Diritti in Salute - 37e2 nominata ai Diversity Media Awards 2024, psichiatria a pezzi, nuove diagnosi di disabilità
Ma parliamo anche delle olimpiadi della Sanità, e di quando a favorire il privato non è la destra. E poi di sanità in Portogallo
Diritti in Salute - la newsletter quindicinale di Vittorio Agnoletto
N. 5 - 27 aprile 2024
Benvenuti e benvenute in “Diritti in Salute”, la newsletter che ogni due settimane arriva nella vostra casella di posta elettronica il sabato. Vi racconto di diritti in senso ampio e di sanità, in Italia e nel mondo. “Diritti in Salute” è gratuita e sempre lo sarà, ma se volete contribuire per sostenere l’attività di ricerca e di studio che c’è dietro alle informazioni che ricevete, vi ringrazio.
Buona lettura!
In questo numero si parla di:
Diversity Media Awards 2024: votiamo e facciamo votare 37e2!
Autismo, DSA e nuove diagnosi di disabilità
Basaglia dimenticato, e la psichiatria a pezzi
Le olimpiadi della sanità
Quando a favorire il privato non è la destra
Come hanno distrutto (e stanno distruggendo) il Servizio Sanitario Nazionale
Nel mondo: la sanità in Portogallo
Votiamo e facciamo votare 37e2!
37e2, la trasmissione che conduco con Elena Mordiglia su Radio Popolare, è in nomination ai Diversity Media Awards, il prestigioso riconoscimento che premia l'inclusività nelle produzioni audiovisive!
Siamo tra le sei trasmissioni in lizza come programma radio. Per vincere il premio abbiamo bisogno dei vostri voti! Votate 37e2, rilanciatela ai vostri amici e amiche. Chiunque può votare, e lo può fare fino al 10 maggio sul sito degli Award e con questo pulsante:
La motivazione della nomination:
“Un programma capace di fornire punti di riferimento e indicazioni rispetto a temi concreti come quelli della sanità pubblica. Con affondi che riguardano il tema anagrafico e generazionale, oltre alla disabilità e anche l’accesso alla medicina pubblica e privata; 37e2 accende i riflettori su un tema ancora poco legato a riflessioni collegate alla diversità, che sono invece urgentissime”
Autismo, DSA e nuova diagnosi di disabilità
La salute dei bambini e più in generale dei minori merita un’attenzione molto maggiore di quella che chi gestisce il Servizio Sanitario Nazionale gli dedica. Sono proprio i più giovani che stanno soffrendo maggiormente le conseguenze di questi anni stretti tra pandemia, crisi economica e guerre.
In questo numero di “Diritti in Salute” voglio parlarvi ancora di disturbi dello spettro autistico, proponendovi due differenti punti di vista. Inoltre, nello stesso servizio potrete ascoltare informazioni importanti relativi ai minori con DSA, Disturbi Specifici dell’Apprendimento, e un aggiornamento sui nuovi percorsi, estremamente complessi, da seguire per le diagnosi di disabilità.
Infatti, con la dott.ssa Antonella Costantino, neuropsichiatra infantile e direttrice della UONPIA (Unità Operative di NeuroPsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza) della Fondazione Policlinico di Milano, abbiamo parlato ai microfoni di 37e2 anche delle certificazioni, ai fini scolastici, per DSA e per handicap. Informazioni che non riguardano solo la Lombardia: seppur con qualche differenza tra una regione e l’altra, la dott.ssa Costantino indica tendenze e pratiche diffuse su tutto il territorio nazionale.
Della sua lunga intervista non perdetevi il pezzo sulla diagnosi DSA, perché trovo veramente scandalosa e inaccettabile la situazione attuale.
La certificazione di DSA dà il diritto a percorsi individualizzati in ambito scolastico e all’uso di alcuni strumenti compensativi in relazione alla specifica patologia; ma questo diritto è stato trasformato, in molte regioni, in una sorta di benefit al quale si può accedere solo a pagamento. Infatti, di fronte alla mancanza di personale delle UONPIA è stato deciso di concentrare l’attenzione della sanità pubblica sulle patologie più gravi, e di delegare la certificazione di DSA a strutture private inserite in specifici registri regionali.
Ma in questo caso è la singola famiglia che deve pagarsi tutto l’iter diagnostico con una spesa che può ampiamente superare anche i 400 euro.
Basaglia dimenticato e la psichiatria a pezzi
Il centenario della nascita di Franco Basaglia, lo psichiatra al quale dobbiamo la chiusura dei manicomi e la legge 180 sulla psichiatria, è stata l’occasione per fare il punto sulla situazione dei servizi pubblici per il disagio e le malattie psichiche. Il quadro che ne emerge è estremamente preoccupante sia dal punto di vista dell’utenza, sottoposta a infinite liste d’attesa e spesso privata delle terapie necessarie, ad esempio di un trattamento psicoterapeutico, sia per il personale sottoposto a forte stress e a rischio di burnout.
Per questo vi condivido una lettera scritta da un giovane psichiatra al presidente Mattarella, e sottoscritta da oltre 450 suoi colleghi, che illustra bene il dilemma davanti al quale si trovano gli psichiatri dei servizi pubblici.
“La scelta, obbligata, tra sacrificare l'interesse per la gente, per garantire la tua conservazione. Oppure viceversa. Nell'indifferenza del sistema, marcio, che non pensa più a cosa serve per garantire la salute della gente - e dei suoi operatori - ma al contrario i suoi operatori li divora, ne calpesta la dignità, ne prosciuga la passione”
Le olimpiadi della sanità
La sanità può essere una vera e propria gara ad ostacoli. Recentemente un ascoltatore ha inviato a 37e2 un racconto tristemente divertente Le Olimpiadi della sanità 2, nel quale paragona le sue peripezie per prenotare una terapia a una gara competitiva degna delle prossime Olimpiadi.
Ascoltatelo, vi strapperà un sorriso, oltre a lasciarvi molto amaro in bocca.
Quando a favorire il privato non è la destra
Nella precedente newsletter avevo raccontato di un Cup privato finanziato (in parte) dal pubblico, abbiamo chiesto a Regione Toscana di venire in trasmissione a spiegare il perché di tale scelta. Questa la loro risposta:
“Buongiorno, forse però c'è un frainteso. Il servizio Cupsolidale è un'iniziativa privata: un aggregatore che seleziona la migliore offerta disponibile in strutture private o non profit. La Regione Toscana non ha ruolo.”
Di fronte alla nostra replica “Buongiorno, come dice lei è un'iniziativa privata, ma riceve un finanziamento dalla Regione Toscana attraverso un fondo europeo. In attesa di un vostro gentile riscontro,” sono scomparsi, nessuna risposta ai nostri successivi solleciti.
Tutto tace. Rinnovo l’invito agli attivisti e alle associazioni della Toscana a chiedere chiarimenti alla propria giunta regionale.
E poi, vi racconto un’altra storia. A Castellanza, in provincia di Varese, una giunta civica di area di centrosinistra ha rinnovato la convenzione, che “si configura come un contratto di sponsorizzazione”, con la struttura sanitaria privata Humanitas Mater Domini S.p.A. affinché i cittadini di Castellanza abbiano uno sconto di circa il 15% sul costo previsto dal tariffario privato per le prestazioni diagnostiche e le visite ambulatoriali.
Già nel 2023 quando la convenzione era stata attivata, Medicina Democratica aveva immediatamente stigmatizzato quanto accaduto. Recentemente i sindacati Spi, Cgil, Fnp Cisl, Uilp-Uil Varese in un comunicato scrivono
“Ancora una volta si prendono in considerazione le sole prestazioni a pagamento che inevitabilmente riguardano solo chi può permettersele. Ci domandiamo: i cittadini che non possono permettersi di accedere a pagamento, nemmeno grazie allo sconto ricevuto, come possono essere aiutati? Cosa fa l’amministrazione Comunale per loro? Vogliamo ribadire, come sindacato, che la sanità privata debba svolgere un ruolo integrativo e non sostitutivo del servizio pubblico"
Una scelta, quella dell’amministrazione di Castellanza, che favorisce la struttura privata – la quale infatti ringrazia prontamente – e che, contemporaneamente, invia ai cittadini un messaggio molto chiaro: se volete curarvi c’è la sanità privata.
Il fatto che nell’immediato tale decisione possa raccogliere il consenso di una parte dei cittadini esasperati dalle liste d’attesa non giustifica tale scelta. Infatti, il ruolo delle istituzioni pubbliche dovrebbe essere un altro: schierarsi a fianco dei cittadini nel contrastare le politiche di privatizzazione portate avanti dalla regione e battersi per avere sul proprio territorio dei servizi sanitari pubblici ed efficienti come stiamo facendo con la campagna La Lombardia SiCura.
La giunta di Castellanza avrebbe potuto ad esempio attivarsi per realizzare nel proprio comune uno sportello, come i tantissimi che sono sorti in tutta la Lombardia, dove volontari aiutano i cittadini ad ottenere il rispetto dei propri diritti utilizzando gli strumenti legali a loro disposizione. Solo così si ottiene un risultato.
Immaginatevi cosa accadrebbe se una simile decisione fosse assunta da tutti i comuni con una struttura sanitaria privata sul proprio territorio: sarebbe la fine del Servizio Sanitario Nazionale, la possibilità di curarsi dipenderebbe dal portafoglio e oltretutto si creerebbe una disparità anticostituzionale nei confronti dei cittadini residenti in comuni sprovvisti di strutture sanitarie private.
Un’ultima considerazione: cosa accadrà quando l’Humanitas deciderà di non rinnovare la convenzione e torneranno in vigore i prezzi pieni anche per i cittadini di Castellanza? Al danno di aver pagato per prestazioni offerte anche dal Servizio Sanitario ma gratuitamente o con il solo ticket, seguirà la beffa. Infatti, come più volte ho spiegato (anche nell’ultimo numero della newsletter), un cittadino seguito da strutture private non può proseguire automaticamente le terapie e gli accertamenti trasferendosi direttamente al Servizio Sanitario pubblico, ma deve rincominciare il percorso dall’inizio, andare dal suo medico curante, richiedere l’impegnativa per lo specialista e via dicendo.
Questo Humanitas e le strutture private lo sanno bene, e una volta che vi hanno acchiappato vi sarà difficile liberarvi di loro.
Ecco come hanno distrutto (e stanno distruggendo) il Servizio Sanitario Nazionale
In questi giorni sono usciti alcuni studi che fotografano la situazione del Servizio Sanitario Nazionale fornendo un quadro complessivo molto utile per comprendere le scelte politiche compiute negli ultimi decenni.
Cito solo un paio di cifre, tra i molti dati disponibili, che danno l’idea degli attacchi politici che subisce la nostra sanità pubblica, e non da oggi: secondo l’Annuario del SSN relativo al 2022, appena pubblicato, in dieci anni sono stati chiusi il 9% degli ospedali e in appena due anni, passato il momento più duro del Covid, sono stati tagliati oltre 30 mila posti letto. Nel 2020 i posti letto erano 257.977 contro i 225.469 del 2022.
Una delle conseguenze dello smantellamento del SSN è l’aumento delle persone che hanno rinunciato a curarsi per problemi economici, liste d’attesa e difficoltà d’accesso. Secondo i dati contenuti nel rapporto Bes dell’Istat sarebbero circa 4,5 milioni in totale.
NEL MONDO
La sanità in Portogallo
Come sapete, nella rubrica La sanità nel mondo di 37e2 parliamo di altri servizi sanitari nazionali per capire le differenze con il nostro. Questa volta abbiamo parlato di Portogallo: ai microfoni della radio il dott. Mario Macedo della rete di base degli attivisti per la salute. Potete riascoltare l’intervista qui.
Diritti in Salute è gratuita, e questo non cambierà nel tempo. Vi chiedo però di sostenerla con una donazione se potete, perché frutto di un’attività di studio e di ricerca che svolgo con passione da decenni. Potete donare 5 euro al mese, oppure da 30 euro l’anno in su. Più informazioni qui:
Per questo numero abbiamo finito. Ci vediamo tra due settimane.
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