Diritti in Salute – L’aumento dei profitti della sanità privata, i medici non siano corresponsabili delle detenzioni nei Cpr, case di comunità o case fantasma?
Ma parliamo anche di come fronteggiare le ondate di calore e di quello che non dice il manifesto degli scienziati.
Diritti in Salute - la newsletter quindicinale di Vittorio Agnoletto
N. 10 - 6 luglio 2024
Benvenuti e benvenute in “Diritti in Salute”, la newsletter che ogni due settimane arriva nella vostra casella di posta elettronica il sabato. Vi racconto di diritti in senso ampio e di sanità, in Italia e nel mondo.
Diritti in Salute è gratuita, e questo non cambierà nel tempo. Vi chiedo però di sostenerla con una donazione se potete, perché frutto di un’attività di studio e di ricerca che svolgo con passione da decenni. Potete farlo attraverso PayPal: cliccate su “DONA QUI”, vi apparirà il logo di Medicina Democratica, cliccate “invia”, inserite la vostra mail, scegliete la cifra da donare e dove c’è scritto “A cosa serve?” non dimenticatevi di inserire “Diritti in salute”. Questo è importante perché ci semplifica molto le procedure amministrative.
In questo numero si parla di:
Come cresce la sanità privata in Italia
Come hanno distrutto (e stanno distruggendo) il Servizio Sanitario Nazionale, parte 6
Case di comunità o case fantasma?
L’appello della Rete mai più lager - No ai Cpr
Nel mondo: cosa fare davanti alle ondate di calore
Come cresce la sanità privata in Italia
È stata pubblicata recentemente un’indagine sulla consistenza della sanità privata in Italia: indaga quali siano i principali gruppi economici e finanziari, i loro profitti e i settori nei quali investono.
“Per uguagliare l’incidenza raggiunta in Germania, l’Italia dovrebbe incrementare le spese nella sanità di 77 miliardi di euro, che diventerebbero 65 miliardi prendendo a riferimento la Francia”.
Ciò che si legge nel documento di Mediobanca evidenzia una delle ragioni della crisi della sanità pubblica: il sottofinanziamento. Aumentare la spesa sanitaria pubblica è necessario. Altrettanto necessario è modificare sia le modalità di attribuzione dei fondi, sia il rapporto pubblico/privato convenzionato dentro il Servizio Sanitario Nazionale, altrimenti i finanziamenti si tradurranno semplicemente in ulteriori risorse destinate ai grandi gruppi privati i cui profitti sono continuati a crescere negli anni. Aumento che tra l’altro è evidenziato proprio nei dati contenuti nel report di Mediobanca.
L’Area Studi Mediobanca stima una crescita per il 2023 per i ricavi complessivi dei maggiori operatori sanitari privati in Italia (+5,5%), dopo l’aumento del 2,7% registrato nel 2022. Previsti ricavi in rialzo per i gestori di RSA (+14,0% sul 2022), per gli operatori ospedalieri (+5,7%) e per i player della riabilitazione (+4,1%). In calo la diagnostica (-4,0%).
Nel 2022 al primo posto per ricavi si colloca Papiniano (1.707mln, holding del Gruppo San Donato e Ospedale San Raffaele di Milano) che precede Humanitas (1.122mln), GVM - Gruppo Villa Maria (840mln), Policlinico Universitario A. Gemelli (799mln) e KOS (683mln).
Proprio di questo tema abbiamo parlato anche a 37e2, su Radio Popolare: ai microfoni con noi Aldo Gazzetti, esperto in sanità e nella gestione delle strutture ospedaliere. Nel suo contributo ci offre un interessante sguardo su quanto sta accadendo sotto il nostro naso.
Come hanno distrutto (e stanno distruggendo) il Servizio Sanitario Nazionale, parte 6
Il 2 aprile un gruppo di scienziati ha pubblicato un appello dal titolo “Non possiamo fare a meno del servizio sanitario pubblico”. Ne avevo parlato già nel numero 4 di Diritti in Salute, in cui avevo commentato:
“Una sola osservazione: manca uno spunto più critico sullo spazio lasciato alla sanità privata e sulla rinuncia del Servizio Sanitario pubblico a controllarne l'operato. Senza un grande cambiamento delle relazioni pubblico-privato in ambito sanitario è impossibile modificare in profondità l'attuale situazione. Ma forse questo è compito degli attivisti e non degli scienziati, alcuni dei quali lavorano in strutture sanitarie private e firmando questo appello hanno già fatto molto”.
Potete recuperare la newsletter del 13 aprile qui.
In sintonia con questa mia riflessione, un gruppo di studiosi ha pubblicato sul Quotidiano Sanità “Quello che il manifesto degli scienziati non dice”, che rilancia un dibattito necessario che dovremmo cercare di far uscire dal giro degli addetti ai lavori, perché tratta del bene primario di ognuno di noi: la nostra salute.
Case di comunità o case fantasma?
Tutti ne parlano, ma ad oggi sono ancora un oggetto misterioso ed estremamente diversificato da una regione all’altra. Non raramente accade che queste strutture siano gusci vuoti o semplicemente una nuova denominazione per riferirsi ad un classico e preesistente ambulatorio. Questo si verifica in particolare nelle regioni dove queste strutture fino ad ora non erano presenti, come ad esempio in Lombardia.
L’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri ha realizzato una valutazione dei modelli organizzativi delle Case della Comunità, un’indagine conoscitiva sulle Case della Comunità della Lombardia. Ne abbiamo discusso a 37e2 con il dott. Angelo Barbato.
L’appello della Rete mai più lager - No ai Cpr
La Rete mai più lager - No ai Cpr che si occupa di diritti dei migranti ha lanciato una campagna rivolta ai medici del Servizio Sanitario Nazionale affinché si rifiutino di certificare l’idoneità dei migranti ad essere rinchiusi nei Cpr. La richiesta è chiara: non diventate complici delle sofferenze fisiche e psicologiche provocate dalla detenzione in quelle strutture. Compito del medico e degli operatori sanitari è quello di curare, di guarire quando è possibile, e comunque di prendersi cura di tutti coloro che soffrono, non certo quello di procurare ulteriori sofferenze.
Aiutateci a diffonderlo tra i vostri colleghi operator* della salute (medic*, psicolog*, infermier*, assistent*, etc.):
Nel mondo: cosa fare davanti alle ondate di calore
L’Istituto di Barcellona per la Salute Globale ha pubblicato su The Lancet Regional Health – Europe uno studio secondo il quale nel 2022 nella regione Europea ci sarebbero stati circa 70.000 decessi dovuti alle alte temperature. Le vittime sono in maggioranza anziani e persone fragili con patologie cardiovascolari, malattie polmonari croniche, disturbi del sistema nervoso centrale, patologie renali e metaboliche. Vi riporto qui alcuni consigli elaborati dai ricercatori dell’Istituto Superiore di Sanità italiano, così da rendervi informati.
Diritti in Salute è gratuita, e questo non cambierà nel tempo. Vi chiedo però di sostenerla con una donazione se potete, perché frutto di un’attività di studio e di ricerca che svolgo con passione da decenni. Potete farlo attraverso PayPal: cliccate su “DONA QUI”, vi apparirà il logo di Medicina Democratica, cliccate “invia”, inserite la vostra mail, scegliete la cifra da donare e dove c’è scritto “A cosa serve?” non dimenticatevi di inserire “Diritti in salute”. Questo è importante perché ci semplifica molto le procedure amministrative.
Per questo numero abbiamo finito. Ci vediamo tra due settimane.
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