Diritti in Salute - Quanto valgono i nostri dati sanitari? Una legge sulle droghe da cambiare, la Corte di Giustizia condanna la commissione EU per i vaccini Covid
Ma parliamo anche di diritti e di futuro guardando alle ragioni di Genova 2001, di Nestlé e di alimenti per i bambini e di quando la sanità pubblica viene inglobata in quella privata.
Diritti in Salute - la newsletter quindicinale di Vittorio Agnoletto
N. 11 - 20 luglio 2024
Benvenuti e benvenute in “Diritti in Salute”, la newsletter che ogni due settimane arriva nella vostra casella di posta elettronica il sabato. Vi racconto di diritti in senso ampio e di sanità, in Italia e nel mondo.
Diritti in Salute è gratuita, e questo non cambierà nel tempo. Vi chiedo però di sostenerla con una donazione se potete, perché frutto di un’attività di studio e di ricerca che svolgo con passione da decenni. Potete farlo attraverso PayPal: cliccate su “DONA QUI”, vi apparirà il logo di Medicina Democratica, cliccate “invia”, inserite la vostra mail, scegliete la cifra da donare e dove c’è scritto “A cosa serve?” non dimenticatevi di inserire “Diritti in salute”. Questo è importante perché ci semplifica molto le procedure amministrative.
In questo numero si parla di:
Una casuale ma stimolante coincidenza: 23 anni fa a Genova…
I dati sanitari di migliaia di cittadini sono ormai online
Come hanno distrutto (e stanno distruggendo) il Servizio Sanitario Nazionale, parte 7
Una legge sulle droghe da cambiare
Nel mondo: per Nestlé i bambini non sono tutti uguali
Nel mondo: vaccini Covid, la Corte di Giustizia europea condanna la Commissione UE
Questo è l’ultimo numero di Diritti in Salute prima della pausa estiva. Abbiamo bisogno di riposarci come tutti e tutte voi, per tornare a settembre con nuove energie. Volevo però ringraziarvi per il grande sostegno che avete dimostrato sin da marzo, mese in cui ho lanciato Diritti in Salute. Passando a Substack ho portato con me 6.946 persone che mi seguivano da anni, a cui negli ultimi quattro mesi se ne sono aggiunte altre 686. Molti hanno deciso di sostenere il mio lavoro con una donazione e li ringrazio.
Buona lettura… ci vediamo a settembre!
Una casuale ma stimolante coincidenza: 23 anni fa a Genova…
Questa newsletter vi arriva il 20 luglio, nel 23° anniversario del G8 di Genova. La coincidenza è casuale, ma mi stimola una breve riflessione che desidero condividere con voi. Allora ero il presidente della LILA, la Lega Italiana per la Lotta contro l’AIDS, ed eravamo impegnati in una campagna mondiale a fianco di Mandela per ottenere una moratoria sui brevetti per i farmaci contro l’AIDS allora costosissimi. Avevano prezzi irraggiungibili per i popoli di interi continenti.
Le regole sui brevetti erano state stabilite nel 1994 con gli accordi sulla proprietà intellettuale dall’Organizzazione Mondiale del Commercio, una delle più importanti istituzioni del neoliberismo globale. Per questa ragione la LILA aderì al GSF, il Genoa Social Forum, di cui poi divenni il portavoce.
L’obiettivo principale del movimento altermondialista è stato quello di anteporre al dominio del mercato il rispetto dei diritti universali alla cura, all’istruzione e al lavoro. Una delle conseguenze della nostra sconfitta è stata la trasformazione della nostra salute e dei nostri corpi in merce. E oggi ne sperimentiamo le conseguenze.
Tanti, oggi, riconoscono che allora avevamo ragione. Ma non è sufficiente. Il tempo è poco, in gioco c’è il destino del pianeta, dobbiamo ripartire insieme da quegli ideali e da quei progetti. Oggi un altro mondo è necessario, urgentemente.
Per approfondire le ragioni di quel movimento e gli avvenimenti di quei giorni potete ascoltare una mia intervista realizzata all’inizio di quest’anno da Alberto Raimondo.
I dati sanitari di migliaia di cittadini sono ormai online
Le strutture ospedaliere e le aziende sanitarie italiane sono fragili: non riescono a proteggere le informazioni sanitarie in loro possesso, sia da un punto di vista tecnico che organizzativo. Il risvolto è particolarmente problematico perché i dati sanitari di molti italiani sono ormai online, a causa di attacchi informatici condotti da gruppi criminali internazionali che poi pubblicano informazioni sensibili dietro pagamento.
Perché i nostri dati sanitari son così appetibili? Cosa dice la legge? Quali sono i diritti dei cittadini le cui informazioni sanitarie sono state oggetto di un attacco informatico? Domande a cui ha risposto Guerre di Rete in un articolo a firma di Rosita Rijitano. Vi consiglio di leggerlo perché contiene anche molte altre informazioni sul tema.
Come hanno distrutto (e stanno distruggendo) il Servizio Sanitario Nazionale, parte 7
Una vicenda che rischia di fare scuola. Un esempio da non seguire, ma che si sta diffondendo in tutta Italia. È trascorso più di un anno da quando a Molteno, in provincia di Lecco, in piazza Europa è stata aperta una nuova struttura sanitaria. Ristrutturata con soldi pubblici, è stata data in affitto ad un’azienda sanitaria privata che ha aperto un poliambulatorio specialistico.
Nello stesso spazio sono stati collocati gli studi di alcuni Medici di Medicina Generale (i cosiddetti “medici di base”). Molti sono i dubbi sull’opportunità di far convivere ambulatori specialistici privati e medici di base convenzionati con il Servizio Sanitario Nazionale all’interno dello stesso edificio, anche perché vi sono/sarebbero anche regole precise da rispettare. Il servizio pubblico non deve diventare il collettore di pazienti per il privato.
Ascoltate cosa ci racconta Giusi Corti, consigliera comunale di Molteno, ai microfono della trasmissione 37e2 che curo per Radio Popolare. Insieme ad altri colleghi sta da tempo seguendo la vicenda chiedendo il rispetto della legge.
Una legge sulle droghe da cambiare
In occasione della Giornata internazionale contro l’abuso e il traffico illecito di droga che si celebra il 26 giugno, alcune associazioni, tra le quali Forum Droghe, CGIL, Arci, Il Coordinamento delle Comunità d’Accoglienza, Antigone, Lila, hanno pubblicato la XV° edizione de “Il libro bianco sulle droghe. Quando il gioco si fa duro. Gli effetti della legge antidroga”.
Un tema che sembra scomparso dal dibattito pubblico, salvo riapparire in modo improvviso dopo clamorosi fatti di cronaca ai quali seguono polemiche e proclami quasi sempre privi di ogni base scientifica. Eppure, le politiche sulle droghe incidono fortemente su diversi aspetti della nostra convivenza civile ed in particolare sui più giovani.
“La repressione del consumo si abbatte sui minori: in costante aumento quelli segnalati che entrano così in un percorso sanzionatorio e stigmatizzante. La quasi totalità dei minori è segnalato per cannabinoidi (97%). Il 38% delle segnalazioni finisce con una sanzione. Dal 1990 ad oggi un milione di persone è stato segnalato per uso dei derivati della canapa”
E il carcere diventa troppo spesso il luogo di approdo per chi ha un problema di dipendenza.
“Restano catastrofici, pur in leggera diminuzione, i dati sugli ingressi e le presenze di detenuti definiti “tossicodipendenti”: lo sono il 38,1% di coloro che entrano in carcere, mentre al 31/12/2023 erano presenti nelle carceri italiane 17.405 detenuti “certificati”, il 28,9% del totale. Questa presenza record in termini assoluti (dal 2006 ad oggi) è alimentata dal continuo ingresso in carcere di persone “tossicodipendenti”, che dopo i due anni di pandemia ha ripreso ad aumentare (+ 18,4% rispetto al 2021)”
Di fronte a questi dati, gli autori del Libro Bianco (ed io con loro) chiedono una profonda modifica della legge in vigore nel nostro Paese.
Nel Mondo: per la Nestlé i bambini non sono tutti uguali
Nel numero 3 di “Diritti in Salute” abbiamo scritto di come l’OMS abbia approvato delle linee guida per proteggere i bambini dall’impatto del marketing alimentare e delle conseguenze dannose di diete con troppi acidi grassi saturi e zuccheri liberi. Francesco Branca, direttore del dipartimento per la salute e lo sviluppo dell’OMS, ci aveva spiegato come una dieta non sana non solo possa produrre molte e differenti malattie, ma sia anche responsabile “ogni anno di 8 milioni di morti”.
In questo contesto appare estremamente grave la denuncia dell’ONG Public Eye: gli alimenti per i bambini venduti dalla Nestlé in Africa, Asia e America Latina conterrebbero più zuccheri rispetto ai prodotti commercializzati in Europa. Sulle motivazioni di questa scelta compiuta dalla multinazionale Svizzera, sui rischi che ne derivano e sui regolamenti, le leggi e le etichettature che anche in Europa disciplinano le politiche sui cibi, ma anche sulle lobby e i conflitti d’interesse presenti in questo settore, abbiamo parlato con il giornalista Andrea Siccardo. Potete riascoltare l’intervista a 37e2 dal minuto 38.52 a questo link.
Vaccini Covid, la Corte di Giustizia europea condanna la Commissione UE
Ognuno ha diritto di sapere come sono utilizzati i propri soldi, per quali obiettivi, con quali garanzie e vincoli. Partendo da questo presupposto la Corte ha ritenuto inaccettabile la valanga di omissis imposti dalla Commissione Europea sui contratti per l’acquisto dei vaccini. Omissis sui soldi anticipati dalla commissione ancora nella fase sperimentale, con la conseguente condivisione con le multinazionali del farmaco dei rischi imprenditoriali senza prevedere invece una eguale condivisione dei futuri guadagni né tantomeno dei brevetti. Omissis sui prezzi dei vaccini e sulle responsabilità delle aziende produttrici sugli eventuali risarcimenti dovuti a causa di gravi effetti avversi. Informazioni negate perfino ai parlamentari europei.
La commissione Europea ha supinamente accettato clausole di segretezza imposte dalle aziende farmaceutiche, le stesse che ancora oggi si rifiutano di consegnare i risultati aggiornati sugli effetti collaterali obbligando i cittadini a ricorrere a cause legali.
Ma la vicenda vaccini non si conclude con questa sentenza: saranno infatti la Procura europea e i magistrati belgi a pronunciarsi sull’altro scandalo che coinvolge direttamente la presidente della Commissione europea, ossia la trattativa con Albert Bourla (amministratore delegato della Pfizer) per la firma dei contratti e i possibili conflitti di interessi legati all’attività del marito della presidente della commissione.
Diritti in Salute è gratuita, e questo non cambierà nel tempo. Vi chiedo però di sostenerla con una donazione se potete, perché frutto di un’attività di studio e di ricerca che svolgo con passione da decenni. Potete farlo attraverso PayPal: cliccate su “DONA QUI”, vi apparirà il logo di Medicina Democratica, cliccate “invia”, inserite la vostra mail, scegliete la cifra da donare e dove c’è scritto “A cosa serve?” non dimenticatevi di inserire “Diritti in salute”. Questo è importante perché ci semplifica molto le procedure amministrative.
Per questo numero abbiamo finito. Ci vediamo a settembre.
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