Diritti in Salute - Visite di controllo e liste d'attesa, autismo e alimentazione, novità sull'Hiv/Aids
Ma parliamo anche di come la privatizzazione impatti negativamente sulle cure, della giornata mondiale della Salute e del marketing alimentare sui bambini
Diritti in Salute - la newsletter quindicinale di Vittorio Agnoletto
N. 3 - 30 marzo 2024
Benvenuti e benvenute in “Diritti in Salute”, la newsletter che ogni due settimane arriva nella vostra casella di posta elettronica il sabato.
Sabato 23 marzo ero sotto il palazzo della Regione Lombardia per protestare contro i tagli nei confronti delle persone disabili gravi e gravissimi. Ho ricevuto tanto supporto da associazioni e singoli che hanno condiviso sui social network il mio intervento. Vi ringrazio e per questo vi ricordo di sostenere Diritti in Salute con una donazione, come molti di voi hanno già fatto. Ogni contributo è prezioso per portare avanti il mio lavoro.
Buona lettura!
In questo numero si parla di:
Visite di controllo e liste d’attesa: come ottenere il rispetto dei propri diritti
Autismo e alimentazione
Le iniziative del 6 e 7 aprile, per la giornata mondiale della Salute e “La Lombardia SiCura”
La privatizzazione fa male alla salute. Ora ci sono le prove
Tante informazioni e novità sull’HIV/AIDS e sulle malattie infettive
Nel mondo: i bambini e i rischi del marketing alimentare; la sanità in Romania
Visite di controllo e liste d’attesa
Torno a parlare di liste d’attesa, tema di cui ho già parlato in un precedente numero della newsletter (del 16 gennaio 2024, non ancora su Substack). Questa volta mi riferisco specificatamente al cittadino che deve fissare una visita di controllo dopo aver eseguito una visita specialistica. Spesso riuscire a fissare una visita di controllo nei tempi necessari diventa un’impresa perché il paziente viene abbandonato a sé stesso. Cosa prevede la legislazione attuale? Quali diritti può rivendicare il cittadino davanti a Asl, Asst, Regione e Difensore Civico Regionale? Qui di seguito provo a semplificare al massimo le informazioni.
Secondo il sistema RAO (Raggruppamenti Omegenei di Attesa) stabilito a livello nazionale, “che consente di dare tempistiche diverse per l'accesso alle prestazioni specialistiche ambulatoriali sulla base di indicazioni cliniche esplicite”, la priorità dovrebbe essere prevista solo per le prime visite ed il percorso dovrebbe svolgersi nel seguente modo:
Il paziente si reca dal proprio medico di Medicina Generale il quale definisce la prima visita specialistica determinandone la priorità;
Il paziente prenota entro i tempi indicati dal codice posto dal medico sull’impegnativa, ed esegue la visita;
A questo punto deve essere lo specialista o la struttura a “prenderlo in carico”, cioè a prevedere e in automatico a prenotare le eventuali visite di controllo e gli esami da eseguire. Per questa ragione non è obbligatorio inserire nelle visite di controllo la priorità.
La logica che motiva questo percorso è quella di evitare che il paziente debba tornare dal medico per farsi fare una nuova impegnativa, e che quest’ultimo non lavori inutilmente. Un punto cruciale spiegato ampiamente nel Piano Nazionale Governo Liste d’Attesa (PNGLA), che infatti recita: “[...] Quindi, le prestazioni successive al primo accesso devono essere prescritte dal professionista che ha preso in carico il paziente senza che questi sia rimandato al MMG/PLS (ndr. Medico di Medicina Generale e Pediatra di Libera Scelta) per la prescrizione. […] In tal senso, l’organizzazione aziendale deve dotarsi di strumenti atti a garantire l’effettiva “presa in carico” del cittadino paziente, pianificando la fruibilità delle prestazioni in modo tempestivo e congruo con il decorso della patologia”.
Ogni regione ha inserito queste indicazioni nella propria legislazione. Ad esempio in Lombardia il recepimento è avvenuto con una deliberazione del 9 luglio 2019 (n. XI 1865/2019).
Quanto previsto dalla legge spesso non di realizza per l’incompetenza e la disorganizzazione delle ASL, (in Lombardia delle ASST) e delle strutture private accreditate che spesso non attivano e non riservano nelle loro agende uno spazio alle visite di controllo prescritte dai propri specialisti ai pazienti cronici o che hanno in carico. In Lombardia ciò si verifica nonostante le reiterate dichiarazioni e rassicurazioni fornite dall’assessore Bertolaso e dai suoi predecessori.
Le indicazioni qui sopra fornite hanno l’obiettivo di mettere ognuno di noi in condizioni di far valere i propri diritti. Spero vi siano utili.
Autismo (e alimentazione)
Alcuni insegnanti hanno recentemente chiesto all’azienda che gestisce le mense scolastiche milanesi di poter indicare i piatti che il singolo bambino o bambina con autismo riesce a mangiare, anziché indicare i cibi che non assume. Ne siamo venuti a conoscenza perché, come sapete, riceviamo molte segnalazioni alla trasmissione 37e2 di Radio Popolare: questa volta un insegnante di sostegno di una scuola elementare ci racconta come tutte le diete scolastiche, anche per celiachia o altre intolleranze, prevedano l’esclusione di alcuni cibi in toto.
Per i bambini affetti dallo spettro autistico le cose però si complicano, perché “non hanno una intolleranza alimentare, bensì una selettività alimentare. Il che significa che un bambino non mangia i piselli non perché non gli piaccia il gusto, ma perché magari non gli piace la forma o il colore. Non c’è un motivo preciso”. L’esclusione di un cibo in toto, continua l’insegnante, “rende Milano Ristorazione non inclusiva”. Un altro esempio è il pomodoro, che i bambini possono voler mangiare sulla pizza e non nella pasta al pomodoro (o viceversa). La mancanza di attenzione su questa selettività incide sull’alimentazione di bambini con autismo, tanto che “a volte capita che il bambino non riesca proprio a mangiare” dice l’insegnante ai microfoni di 37e2.
Partendo da questa storia abbiamo affrontato con la dott.ssa Antonella Costantino, Neuropsichiatra infantile e già presidente della Società italiana di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, un discorso più ampio sull’autismo. Potete riascoltare la diretta su 37e2 a questo link.
Le iniziative 6 e 7 aprile e La Lombardia SiCura
Nello scorso numero di Diritti in Salute vi ho comunicato in modo errato le date delle iniziative di Bruxelles per la giornata mondiale della salute. La manifestazione nella capitale belga si terrà domenica 7 aprile (e non l’8), mentre la conferenza nel Parlamento Europeo sarà lunedì 8 aprile (e non il 9). Nel sito nazionale e in quello europeo, così come nell’articolo che ho pubblicato sul mio blog su ilfattoquotidiano.it, è possibile trovare video, manifesti, documenti, dati e molte informazioni sulle attività che saranno svolte.
Come vi ho anticipato nella precedente newsletter lo slogan scelto quest’anno per la giornata mondiale della salute è “Health for All”, “Salute per Tutti”. Verranno organizzate iniziative anche in tantissime città italiane, che potete vedere su questa pagina in continuo aggiornamento.
In Lombardia il 6 e 7 aprile durante tutte le iniziative verrà organizzata anche la raccolta delle firme ai banchetti per la petizione La Lombardia SiCura: a Milano l’appuntamento è in piazza Castello alle 11.00, sabato 6 aprile. Vi ricordo che è possibile firmare anche online la petizione, che vi invito a rilanciare (è destinata unicamente a chi vive in Lombardia).
La privatizzazione fa male alla salute. Ora ci sono le prove
The effect of health-care privatisation on the quality of care, ovvero L'effetto della privatizzazione dell'assistenza sanitaria sulla qualità delle cure, è il titolo di un articolo pubblicato sulla rivista di medicina The Lancet e che ha analizzato la letteratura scientifica sugli effetti dell'esternalizzazione dei servizi sanitari nei Paesi ad alto reddito. Le conclusioni non lasciano alcun dubbio: nella maggioranza dei casi la privatizzazione della sanità produce effetti peggiori sulla salute dei pazienti, rispetto alla sanità pubblica.
L’articolo si può leggere a questo link, ma essendo in inglese vi lascio qui il sommario che spiega obiettivo e risultati dello studio.
Negli ultimi 40 anni, molti sistemi sanitari che un tempo erano pubblici o finanziati pubblicamente si sono orientati verso la privatizzazione dei servizi, principalmente attraverso l'esternalizzazione al settore privato. Ma qual è stato l'impatto della privatizzazione sulla qualità delle cure? Uno degli obiettivi principali di questa transizione è migliorare la qualità dell'assistenza attraverso una maggiore concorrenza di mercato e i vantaggi di un settore privato più flessibile e incentrato sul paziente. Tuttavia si teme che queste riforme possano portare a un peggioramento delle cure, in parte perché è più facile ridurre i costi che aumentare la qualità dell'assistenza sanitaria. Molte di queste riforme sono state attuate decenni fa e ci sono stati numerosi studi che hanno esaminato i loro effetti sulla qualità dell'assistenza ricevuta dai pazienti. Abbiamo esaminato questa letteratura, concentrandoci sugli effetti dell'esternalizzazione dei servizi sanitari nei Paesi ad alto reddito. Abbiamo riscontrato come gli ospedali che passano dallo status di proprietà pubblica a quello di proprietà privata tendono a realizzare profitti più elevati rispetto agli ospedali pubblici che non si convertono, soprattutto grazie all'assunzione selettiva di pazienti e alla riduzione del personale. Abbiamo inoltre riscontrato che gli aumenti aggregati della privatizzazione corrispondono spesso a risultati sanitari peggiori per i pazienti. Pochissimi studi hanno valutato questa importante riforma e ci sono molte lacune nella letteratura.
Tuttavia, sulla base dei dati disponibili, la nostra revisione fornisce prove che mettono in discussione le giustificazioni per la privatizzazione dei servizi sanitari e conclude che il supporto scientifico per un'ulteriore privatizzazione dei servizi sanitari è debole”.
Tante informazioni e novità sull’HIV/AIDS e sulle malattie infettive
Dal 3 al 6 marzo si è svolta a Denver, in Texas, la XXXI “Conferenza sui retrovirus e sulle infezioni Opportunistiche” (CROI 2024). La LILA Onlus, Lega Italiana per la Lotta contro l'AIDS - associazione della quale sono stato tra i fondatori nel 1987 e presidente nazionale per molti anni fino al 2001 -, ha fornito un’esaustiva copertura scientifica con quattro bollettini dove è possibile trovare molte informazioni. Le trovate qui se volete approfondire: Primo bollettino, Secondo bollettino, Terzo bollettino, Bollettino conclusivo.
Tra le tante notizie di grande interesse per le persone sieropositive vi è la possibilità che in futuro ci possano essere dei nuovi farmaci antiretrovirali che potrebbero essere somministrati una sola volta alla settimana. Non c’è dubbio che, se in futuro si dovesse arrivare ad una monosomministrazione settimanale di farmaci per le terapie per l’HIV, si tratterebbe di un progresso di estrema importanza per la qualità di vita delle persone sieropositive (per approfondimenti sul caso specifico, consultate il Secondo bollettino).
NEL MONDO
Marketing alimentare
Qualche mese fa l’OMS ha approvato delle linee guida per proteggere i bambini dall’impatto dannoso del marketing alimentare. Quali sono le conseguenze di diete, ad esempio, con troppi acidi grassi saturi, zuccheri liberi o con carenza di frutta, verdura e legumi? Quali sono le scelte in questo campo dell’UE e dell’Italia?
Ne abbiamo parlato a 37e2, su Radio Popolare, con Francesco Branca, direttore del dipartimento per la salute e lo sviluppo dell’OMS, che ci ha spiegato come una dieta non sana non solo possa produrre molte e differenti malattie, ma sia responsabile “ogni anno di 8 milioni di morti”.
La sanità nel mondo: Romania
Nella rubrica La sanità nel mondo della trasmissione abbiamo parlato anche del servizio sanitario della Romania, e delle trasformazioni avvenute negli ultimi decenni. Ai microfoni con noi Sabina Stan, professoressa di antropologia e sociologia alla Scuola di infermieristica, psicoterapia e salute di comunità di Dublino, e il professor Gerard Weber che insegna antropologia al Bronx Community College di New York.
Diritti in Salute è gratuita, e questo non cambierà nel tempo. Vi chiedo però di sostenerla con una donazione se potete, perché frutto di un’attività di studio e di ricerca che svolgo con passione da decenni. Potete donare 5 euro al mese, oppure da 30 euro l’anno in su. Più informazioni qui:
Per questo numero abbiamo finito. Ci vediamo tra due settimane.
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