Il supermercato della medicina, torna il morbillo, i gettonisti restano al loro posto
Ma parliamo anche di un bilancio di morte, delle assoluzioni per la pandemia Covid, delle conclusioni del G7 e della salute dei ricchi: “UK docet”
Diritti in Salute - la newsletter quindicinale di Vittorio Agnoletto
N. 15 – 26 ottobre 2024
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In questo numero parliamo di:
Il supermercato della medicina
Il ritorno del morbillo, per grandi e piccini
Un bilancio di morte! Non di vita
Come hanno distrutto (e stanno distruggendo) il Servizio Sanitario Nazionale, parte 10: i “gettonisti” sono ancora lì
Covid in Lombardia: tutti assolti!
Nel mondo: G7 Salute: vuoto a perdere
Nel mondo: La salute è dei ricchi. Per contrastare l’obesità da povertà in UK il governo firma un accordo con una delle principali Big Pharma
Il supermercato della medicina
In questa newsletter ho sempre dedicato ampio spazio ad analizzare la trasformazione della salute in merce. Come tutte le mercanzie, anche la cura della nostra salute è inserita nella logica del consumismo: è esperienza quotidiana entrare in un supermercato per acquistare due articoli ed uscire con dieci prodotti nel carrello, magari rallegrati dall’aver approfittato dell’immancabile offerta del “compri due, paghi tre”. Non fa eccezione purtoppo anche la salute, infatti è sempre più frequente vedere in varie zone d’Italia laboratori e ambulatori dentro supermercati e grandi magazzini.
Attualmente è in atto una campagna di una importante catena di supermercati che, attraverso i propri punti fedeltà, offre la possibilità di recarsi presso gli ambulatori di un grande gruppo della sanità privata (non scrivo i nomi per evitare di diventare io stesso involontario strumento pubblicitario) per sottoporsi ad un check-up di 16 esami, pubblicizzati come prevenzione. Corredati, ben in evidenza, dal messaggio che sottolinea la “non necessità di prenotazione e prescrizione medica”.
Un’operazione che non ha nulla a che vedere con la prevenzione, che significa invece prendere precauzioni per evitare di ammalarsi; nè tantomeno con la diagnosi precoce, che prevede l’esecuzione di accertamenti diagnostici mirati, eseguiti su indicazione medica e sulla base di un’ipotesi diagnostica da verificare. Infatti, come nel caso che vi ho citato poco sopra, è molto diverso eseguire 16 esami a 360° senza alcuna precedente valutazione clinica. Così facendo si incentiva un immotivato consumo sanitario, al quale molto spesso seguirà il “suggerimento disinteressato” di eseguire ulteriori controlli ed esami ovviamente a pagamento perché il cliente ha esaurito i punti fedeltà.
So perfettamente che molti di coloro che leggeranno queste righe penseranno “ma oggi riuscire ad essere ascoltati dal proprio medico curante è tutt’altro che facile” oppure “intanto così faccio dei controlli, poi si vedrà”. Ma la soluzione non può essere la medicina fai da te, gestita dal mercato anziché dall’esperienza medica. Insistiamo per essere ascoltati dal curante, protestiamo e segnaliamo quando questo non avviene, ma non rinunciamo ai nostri diritti. Tornare indietro sarà sempre più difficile.
Il ritorno del morbillo, per grandi e piccini
Una recrudescenza e un’aumentata diffusione del morbillo sono state recentemente riportate da vari media come Quotidiano Sanità del 18 ottobre scorso, o il Messaggero.
Insieme al dottor Carlo Brambilla, pediatra e neonatologo, abbiamo parlato di malattia, incubazione, contagio e complicanze del morbillo, di prevenzione e di vaccino. Ma anche della situazione in Europa e in Italia, e dei dati che l’Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato lo scorso settembre. Potete riascoltare l’intervista nella puntata di 37e2 su Radio Popolare del 22 ottobre, seguendo questo link.
Consapevoli che il morbillo non riguarda solo i bambini.
Un bilancio di morte! Non di vita
Pochi giorni fa l’Istat ha rilasciato alcuni interessanti dati: 5,7 milioni di italiani vivono in povertà assoluta. Parliamo di una cifra che si aggira intorno all’8,4% delle famiglie residenti in Italia. Tra i minori l’incidenza della povertà assoluta arriva al 13,8%, in aumento rispetto allo scorso anno. Stime che fanno riflettere anche perché come riportato dalla Rete Pace e Disarmo che da anni studia il tema, per la spesa militare il bilancio previsto è di oltre 28 miliardi, con una crescita annua del 5,5%.
Insomma un bilancio, quello dello Stato, per la morte, non sicuramente per la vita!
Come hanno distrutto (e stanno distruggendo) il Servizio Sanitario Nazionale, parte 10: i “gettonisti” sono ancora lì
Il racconto che sto per farvi riguarda da vicino la regione Lombardia, ma come vi ho già ricordato altre volte ciò che avviene in questa regione riguarda spesso - prima o poi - l’intero paese.
Il 13 dicembre 2023 la regione Lombardia decide di porre fine ai medici “gettonisti” nelle strutture sanitarie pubbliche. I contratti in essere sarebbero proseguiti senza interruzioni, ma non ne sarebbero stati firmati altri. L’assessore Bertolaso, dopo aver sottolineato che la Lombardia era la prima regione ad aver trasformato in una delibera l’indicazione ministeriale che poneva un stop ai medici a ore, dichiarava
“Mi verrebbe da dire ‘un atto dovuto’, un provvedimento che va a riequilibrare un modello iniquo. Credo che sia un doveroso segno di rispetto verso tutto il personale che lavora negli ospedali con gli stipendi che purtroppo ben conosciamo”.
Dopo un ricorso presentato da GapMed, una delle società coinvolte, l’8 marzo di quest’anno il Tribunale Amministrativo Regionale ha sospeso la delibera regionale nelle parti in cui si dichiara che non saranno autorizzati ulteriori contratti di esternalizzazione di servizi sanitari core (attività e prestazioni essenziali che un sistema sanitario deve garantire per assicurare la salute della popolazione). L’udienza per la discussione era stata fissata per il 24 ottobre, ma la GapMed ha rinunciato al ricorso.
Nel frattempo a dieci mesi dalla delibera sono 69 i contratti con fornitori di gettonisti, ancora attualmente attivi nelle strutture sanitarie pubbliche lombarde: 52 riguardano infermieri, tecnici e personale amministrativo, 17 i medici. Il costo per un turno di dodici ore di un medico a gettone va da 1.000 a 1.500 euro in alcuni casi per i medici del pronto soccorso. La spesa complessiva per i primi quattro mesi del 2024 ha superato i 28 milioni, per un monte ore totale che equivarrebbe a quasi 1.400 lavoratori assunti a tempo pieno!
Intanto, in Lombardia sono stati aperti i concorsi per inserire nel Servizio Sanitario pubblico medici come liberi professionisti. È evidente che aldilà delle dichiarazioni ufficiali, a Roma come a Milano, non c’è alcuna intenzione di rilanciare la sanità pubblica attraverso assunzioni e aumenti significativi degli stipendi.
Covid in Lombardia: tutti assolti!
L’ultima vergogna. Archiviare tutto quello che è accaduto in Lombardia durante il Covid! Chi ha dato ha dato, chi ha avuto ha avuto dice un famoso detto partenopeo. Giratevi tutti dall’altra parte!
Questo è quello che ho capito dalla sentenza con la quale la Gip (giudice per le indagini preliminari) di Milano ha archiviato le accuse contro l’ex assessore Giulio Gallera e l’ex direttore generale del Welfare Luigi Cajazzo. Per la magistrata, anche l’attuazione immediata di atti e provvedimenti attuativi del piano pandemico non sarebbero risultati, comunque, idonei a fronteggiare la pandemia.
Ma noi non dimentichiamo: le persone positive trasferite nelle RSA, la mancanza di tamponi per le strutture pubbliche mentre il privato li utilizzava facendoli pagare anche centinaia di euro l’uno. Noi non dimentichiamo la mancata realizzazione della zona rossa nel bergamasco e le pressioni di Confindustria; noi non dimentichiamo gli operatori sanitari lasciati da soli a fronteggiare il virus, senza mascherine.
Noi ci ricordiamo bene quale era la logica che guidava la regione Lombardia: non dimentichiamo la dichiarazione di Gallera quando ha elogiato le strutture sanitarie private che “hanno aperto le loro stanze lussuose a pazienti ordinari che venivano trasferiti dal pubblico”.
Nulla è stato smentito di quanto ho riportato nel mio libro Senza Respiro, pubblicato da Altreconomia nel 2020. Se volete leggerlo potete comprarne una copia direttamente dal sito di Altreconomia cliccando sul bottone qui sotto.
NEL MONDO
G7 Salute: vuoto a perdere
Più che di fallimento si può parlare di una scadente rappresentazione teatrale realizzata per dovere e finalizzata ad oscurare la verità, con una (tentata e non riuscita) ricostruzione di comodo. In questo mio articolo pubblicato su Salute Internazionale potete leggere un’analisi critica dello svolgimento e delle conclusioni del recente G7 Salute svoltosi ad Ancona.
La salute è dei ricchi. Per contrastare l’obesità da povertà in UK il governo firma un accordo con una delle principali Big Pharma
Nel Regno Unito “si stima che circa 1 adulto su 4 e circa 1 bambino su 5 di età compresa tra 10 e 11 anni vivano obesi”.
Anziché intervenire sui determinanti sociali che provocano l’obesità, spesso frutto di una pessima alimentazione derivante da una condizione di povertà, il governo laburista “ha appena annunciato una partnership con un colosso di Big Pharma, l’americana Eli Lilly, la più grande azienda farmaceutica del mondo, e produttrice di Mounjaro, noto anche come tirzepatide: un farmaco antidiabete…” che ha mostrato risultati positivi nella gestione dell’obesità, e quindi nella perdita di peso.
Su Il Manifesto del 17 ottobre scorso Leonardo Clausi scrive che ”l’investimento includerà una sperimentazione quinquennale di Mounjaro su un massimo di 3.000 pazienti, tra cui persone obese e – soprattutto – disoccupate”.
“L’Occidente non sarà più affamato ma resta in buona parte povero. Alla magrezza ortoressica dei ricchi e la loro ossessione con gli chef televisivi fa contrasto la mole espansa di una povertà obbligata a mangiare cibo spazzatura. Curry da asporto, pizze, polli in batteria fritti, kebab e fish and chips annegati nel sale e nelle salse: la working class britannica si sta ammazzando con le sue stesse diete”.
Una precisazione. L’importanza di una virgola
Nei Paesi anglosassoni si usa la virgola per separare le migliaia nei numeri: ad esempio 1,000. Il punto viene utilizzato come separatore decimale, quindi 1.5 significa uno e mezzo. Esattamente l’opposto di quello che accade da noi. Il documento di Healthcare Business International (HBI), che ho riportato nello scorso numero della mia newsletter a questo link, ha utilizzato i criteri del mondo anglosassone prima descritti. Quando si legge che il gruppo Fresenius Helios ha un fatturato di €m 11,716 significa che ha fatturato undicimilasettecentosedici milioni, quindi oltre 11 miliardi.
Diritti in Salute è gratuita, e questo non cambierà nel tempo. Vi chiedo però di sostenerla con una donazione se potete, perché frutto di un’attività di studio e di ricerca che svolgo con passione da decenni. Potete farlo attraverso PayPal: cliccate su “DONA”, vi apparirà il logo di Medicina Democratica, cliccate “invia”, inserite la vostra mail, scegliete la cifra da donare e dove c’è scritto “A cosa serve?” non dimenticatevi di inserire “Diritti in salute”. Questo è importante perché ci semplifica molto le procedure amministrative.
Per questo numero abbiamo finito. Ci rivediamo tra due settimane.
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