Liste d'attesa: arrivano i Nas. Una foto che fa pensare. Farmaci dimagranti, una cura miracolosa?
Ma parliamo anche di procreazione assistita e transizione di genere, di un’app che fa discutere e della qualità della sanità che diminuisce se privatizzata
Diritti in Salute - la newsletter quindicinale di Vittorio Agnoletto
N. 28 – 10 maggio 2025
Bentornate e bentornati a Diritti in Salute!
Prima di cominciare volevo ricordare, specialmente a chi è appena arrivato/a, che la newsletter è gratuita e conta ora 9.018 iscritti. Chi legge Diritti in Salute è però un numero ancor più alto di persone perché circola molto online.
Penso a ogni numero e ne curo i dettagli nel mio tempo libero, condividendo con voi la mia conoscenza accumulata negli anni. Per questo, se vi piace, potete contribuire con una donazione libera. Cliccate su “DONA”, vi apparirà il logo di Medicina Democratica, cliccate “invia”, inserite la vostra mail, scegliete la cifra da donare e dove c’è scritto “A cosa serve?” non dimenticatevi di inserire “Diritti in salute”. Questo è importante perché ci semplifica molto le procedure amministrative.
E condividete la newsletter con chi è interessato/a al tema!
In questo numero parliamo di:
Liste d’attesa: entrano in azione i NAS!
È questo il futuro che ci aspetta? Una foto che fa pensare
Elty, un’app privata al servizio del pubblico? O il SSN al servizio di un gruppo privato?
I farmaci dimagranti: la cura miracolosa?
GEN_ procreazione assistita e le terapie di transizione di genere
Nel mondo. L'effetto della privatizzazione della sanità sulla qualità dell'assistenza
Liste d’attesa: entrano in azione i NAS!
Anche se quello che leggerete vi potrà sembrare una follia – o peggio una bufala –, vi assicuro che non è così. Ciò che state per leggere è tutto vero.
Lunedì 5 maggio regione Lombardia ha pubblicato un comunicato intitolato Sanità, Lombardia e Carabinieri insieme per ridurre i tempi d'attesa, nel quale viene annunciata la firma di:
una collaborazione operativa tra Regione Lombardia e l’Arma dei Carabinieri, la prima in Italia, per lo svolgimento di attività di controllo e monitoraggio presso gli erogatori pubblici e privati (ospedali e cliniche) con l’obiettivo di ridurre ulteriormente i tempi delle liste di attesa delle prestazioni di specialistica ambulatoriale e dei ricoveri ospedalieri…. Il documento prevede un coordinamento operativo tra Regione, Agenzie di Tutela della Salute (ATS) e NAS per controlli mirati sul territorio, attività di monitoraggio e verifica del rispetto dei tempi di attesa per visite specialistiche, esami diagnostici e ricoveri, secondo le priorità cliniche individuate dal medico prescrittore, verifica dell’apertura delle agende di prenotazione delle strutture sanitarie, lo svolgimento di attività libero professionale Intramuraria (ALPI), utilizzo dei ricettari rossi e appropriatezza prescrittiva.
Siamo di fronte ad una gigantesca operazione teatrale, ma anche ad una presa in giro: la regione Lombardia firma un accordo col Nucelo Antisofisticazione e Sanità (NAS) dei Carabinieri per gettare luce sul problema delle liste d'attesa! Non c'è nulla da scoprire, è tutto chiaro e sono anni che noi segnaliamo agende chiuse, CUP che non funzionano e tentativi di dirottare i pazienti nella sanità privata, ma non siamo stati ascoltati. I NAS dovrebbero iniziare la loro indagine proprio dagli uffici della regione Lombardia.
In seguito a questa notizia, come redazione di 37e2 - la trasmissione sulla sanità che conduco con Elena Mordiglia, in onda da dieci anni su Radio Popolare - abbiamo chiesto di essere sentiti dai NAS. Riteniamo di avere molti e importanti elementi sul perché in Lombardia vi siano lunghe liste d'attesa: siamo pronti a collaborare con i NAS indicando episodi concreti, strutture sanitarie precise e le ragioni "inconfessabili", che tutti fingono di ignorare, che stanno alla base delle liste d'attesa. Ci auguriamo di essere convocati e di poter riferire tutto ciò che sappiamo.
Vi terrò aggiornati.
È questo il futuro che ci aspetta? Una foto che fa pensare
Per ora non siamo ancora giunti a questo punto: la foto è infatti stata scattata a Tashkent, capitale dell'Uzbekistan, da un collega. Se continuiamo di questo passo però, non siamo lontani dal supermercato della medicina.
Elty, un’app privata al servizio del pubblico? O il SSN al servizio di un gruppo privato?
Il 17 aprile l’Asst Bergamo Ovest ha pubblicato un comunicato stampa nel quale annuncia che “L’APP Elty è pronta per essere scaricata ed utilizzata da tutti i pazienti senza medico di medicina generale afferenti all’ASST Bergamo Ovest”. “Elty permette di scegliere in autonomia la sede, il medico AMT (Ambulatori Medici Temporanei, nda), il giorno della visita e l’orario desiderato per l’appuntamento, proprio come se si trattasse del proprio curante”. Ho voluto capirci di più.
Il 6 maggio scarico l’app sul mio telefono, e sullo schermo mi appaiono varie icone che danno la possibilità di scegliere che visita specialistica o quale esame diagnostico voglio effettuare. Nessuna indicazione invece per quanto riguarda la scelta del medico di medicina generale per chi ne è sprovvisto, né su come fissare una visita con il SSN. Clicco sull’icona per una visita endocrinologica e l’app mi propone il centro clinico Santagostino di Milano del gruppo Unipol, ad un costo di 85 euro.
Non capisco. Elty è stata pubblicizzata dall’Asst Bergamo Ovest per scegliere il medico e per fissare una visita “proprio come se si trattasse del proprio curante”, ma di tutto questo non c’è traccia: con questa app si possono fissare visite ed esami privatamente, a pagamento. Chiedo spiegazioni al supporto dell’app e mi arriva subito la risposta: “c’è stato un errore di comunicazione da parte dell’ASST, al momento non è ancora possibile prenotare visite e richiedere ricette con l’app Elty”.
Vado in fondo alla pagina e scopro che Elty è di una società parte del gruppo Unipol, lo stesso del centro Santagostino! Ricapitolando: l’Asst Bergamo Ovest invita i suoi cittadini che ricercano disperatamente un medico di medicina generale ad utilizzare un’app di un gruppo della sanità privata, Unipol, ma quell’app serve per fissare visite a pagamento presso varie strutture private tra le quali, in prima fila, quelle appartenenti allo stesso gruppo Unipol.
Un perfetto esempio di collaborazione pubblico/privato dove il pubblico sembrerebbe lavorare per il privato!
Mi auguro che dopo questa mia segnalazione qualcuno chieda spiegazioni all’Asst Bergamo Ovest sul suo operato.
I farmaci dimagranti: la cura miracolosa?
Esistono dei farmaci miracolosi per perdere peso? Basta una siringa settimanale nella pancia e i chilogrammi spariscono? Nicola Villa, giornalista ed editor di Altreconomia, ha da poco pubblicato un libro dal titolo La cura miracolosa. Ozempic, Wegovy e come i farmaci dimagranti stanno cambiando le nostre vite. Lo abbiamo intervistato nella puntata di venerdì 18 aprile scorso a 37e2: insieme approfondiamo queste nuove cure guardando a effetti, promesse e pericoli del semaglutide e degli altri farmaci GLP-1. Potete riascoltare tutto dal minuto 24.02, a questo link.
GEN_ procreazione assistita e le terapie di transizione di genere
GEN_ è un documentario del 2025 diretto da Gianluca Matarrese che racconta il lavoro del dottor Maurizio Bini all'ospedale Niguarda di Milano. Il film è incentrato sulla procreazione assistita e sulle terapie di transizione di genere, due temi sui quali spesso si concentra la polemica politica che non tiene in nessun conto la vita e le aspirazioni delle persone direttamente coinvolte. Questo film ha il pregio di mettere al centro proprio loro. Il racconto si svolge dentro un ospedale pubblico, in un reparto unico nel suo genere nel quale si è creato uno spazio di accoglienza ed empatia. Un film da vedere e che certamente stimolerà la discussione. Intanto, potete ascoltare l’intervista che abbiamo fatto al dottor Maurizio Bini a 37e2, dal minuto 35.54, a questo link.
NEL MONDO
L'effetto della privatizzazione della sanità sulla qualità dell'assistenza
La privatizzazione delle strutture sanitarie pubbliche viene spesso giustificata con l’obiettivo di migliorare l’assistenza, grazie alla maggior concorrenza garantita dal mercato e alla maggior flessibilità di un sistema privato più concentrato sul paziente.
Sul numero di marzo 2024 di Lancet Public Health, Benjamin Goodair e Aaron Reeves del Department of Social Policy and Intervention dell’Università di Oxford, hanno pubblicato una ricerca sull’effetto della privatizzazione della sanità sulla qualità dell’assistenza. I risultati vanno in tutt’altra direzione rispetto a quanto viene sempre sostenuto.
Abbiamo esaminato questa letteratura, concentrandoci sugli effetti dell'esternalizzazione dei servizi sanitari nei Paesi ad alto reddito. Abbiamo riscontrato che gli ospedali che passano dallo status di proprietà pubblica a quello di proprietà privata tendono a realizzare profitti più elevati rispetto agli ospedali pubblici che non si convertono, principalmente attraverso l'accoglienza selettiva dei pazienti e la riduzione del personale. Abbiamo anche scoperto che un aumento complessivo della privatizzazione corrisponde spesso a risultati sanitari peggiori per i pazienti
(traduzione mia dall’originale in inglese)
Gli autori concludono che “[…] la privatizzazione della sanità non ha quasi mai avuto un effetto positivo sulla qualità dell'assistenza. Ma anche l'esternalizzazione non è positiva, in quanto può ridurre i costi, ma sembra farlo a spese della qualità dell'assistenza [….] il supporto scientifico per un'ulteriore privatizzazione dei servizi sanitari è debole.”
Più chiaro di così!
Diritti in Salute è gratuita, e questo non cambierà nel tempo. Vi chiedo però di sostenerla con una donazione se potete, perché frutto di un’attività di studio e di ricerca che svolgo con passione da decenni. Potete farlo attraverso PayPal: cliccate su “DONA”, vi apparirà il logo di Medicina Democratica, cliccate “invia”, inserite la vostra mail, scegliete la cifra da donare e dove c’è scritto “A cosa serve?” non dimenticatevi di inserire “Diritti in salute”. Questo è importante perché ci semplifica molto le procedure amministrative.
Per questo numero abbiamo finito. Ci rivediamo tra due settimane.
Se volete rimanere in contatto potete seguirmi sul mio profilo Facebook e Instagram.