Liste d’attesa: cosa può fare il cittadino. È partito l’assalto finale al SSN
Ma parliamo anche della finanza alla conquista della sanità, della distruzione delle strutture sanitarie a Gaza e della secretazione dei prezzi dei farmaci
Diritti in Salute - la newsletter quindicinale di Vittorio Agnoletto
N. 34 – 13 settembre 2025
Bentornate e bentornati a Diritti in Salute!
Dopo la pausa estiva, lunga e rigenerante, riprendiamo il nostro percorso insieme. Questo spazio torna ad essere un luogo di aggiornamenti, riflessioni e risorse utili sulla salute e sui diritti a 360°. Grazie a coloro che si sono iscritti durante la pausa estiva. A tutti e tutte buon rientro e buona lettura!
In questo numero parliamo di:
Liste d’attesa: cosa può fare il cittadino
È partito l’assalto finale al Servizio Sanitario Nazionale
I grandi gruppi finanziari alla conquista della Sanità
Nel mondo. Gaza: come vengono scientificamente distrutte le strutture sanitarie. Una testimonianza da Israele
Nel mondo. Germania: secretati i prezzi dei farmaci innovativi. Un danno per tutti i cittadini europei
Liste d’attesa: cosa può fare il cittadino
Tanto rumore per nulla. Nonostante i grandi annunci estivi le liste d’attesa sono ancora lì, davanti a noi.
Ad un anno di distanza dalla sua istituzione, avvenuta con la legge n. 107 del 29 luglio 2024, è finalmente disponibile sul Portale della Trasparenza dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (AGENAS) la prima versione del cruscotto della Piattaforma Nazionale delle Liste di Attesa (PNLA), che dovrebbe riportare i tempi di attesa delle prestazioni ambulatoriali in relazione alle classi di priorità. Il 25 giugno scorso c’è stato l’annuncio: “Online la Piattaforma nazionale per controllare il rispetto dei tempi per visite ed esami”.
Per il cittadino che cercherà di capire com’è la situazione nella sua città la delusione sarà enorme: i dati non sono suddivisi né per provincia né per regione, né tra strutture pubbliche o private convenzionata. Come se non bastasse, secondo quanto scritto da Alessandro Mantovani e Giacomo Salvini su Il Fatto Quotidiano del 4 settembre, le regioni avrebbero chiesto di rinviarne ulteriormente la pubblicazione.
Nel mese di luglio Medicina Democratica ha inviato una PEC alla Direzione Generale di AGENAS per ottenere i dati disaggregati e completi. Per ora non abbiamo ricevuto alcuna risposta.
In questa situazione è necessario imparare ad autodifendersi e quindi ho pensato di condividere con voi alcune informazioni utili. Cosa può fare una persona, e a chi può rivolgersi quando si trova di fronte al mancato rispetto dei tempi indicati dal suo medico nella prescrizione?
Metto a disposizione due documenti:
le istruzioni da me preparate, con le indicazioni concrete e operative su come un cittadino può agire per ottenere il rispetto dei tempi prescritti dal proprio medico per visite ed esami;
la relazione del professor Marcello Crivellini del Politecnico di Milano, già docente di “Analisi e Organizzazione di Sistemi Sanitari”, svolta a Legnano nel giugno scorso in occasione del 3° incontro del Gruppo Salute Alto Milanese. Crivellini, che ringrazio molto per avermi autorizzato a diffondere il documento, spiega con delle semplici slides il ruolo dell’Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP); della Carta dei Servizi; del Difensore Civico Regionale; delle Commissioni Conciliative Miste o Uffici di Pubblica Tutela, oltre al ruolo dell’autorità giudiziaria. Insomma, materiale molto utile anche per le associazioni e per i tanti sportelli (ormai diffusi in tutta Italia) dove i volontari aiutano i cittadini con la prenotazione di visite ed esami.
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Se hai qualche suggerimento per migliorare la newsletter, come ad esempio l’analisi di argomenti particolari, puoi mandare entro fine settembre una mail a vagnoletto@primapersone.org con i tuoi consigli.
È partito l’assalto finale al Servizio Sanitario Nazionale
Hanno scoperto le carte. Da anni vogliono cancellare il Servizio Sanitario Nazionale, oggi si sentono onnipotenti e lo dicono esplicitamente. Ovviamente dichiarando che le loro proposte sono in favore dei cittadini: “Quel modello non funziona più” questo è “il contesto ideale per elaborare una proposta condivisa di riforma, capace di rispondere alle nuove esigenze della popolazione”.
Così Attilio Fontana ha dichiarato il 30 luglio alla riunione della Conferenza delle Regioni. Per far capire che non si trattava di una sparata mediatica ha annunciato che scienziati, medici e studiosi lombardi si sono già messi a disposizione per contribuire alla definizione di una proposta di riforma da condividere con le altre Regioni. Fontana non si è vergognato a citare il contrasto alla pandemia come un esempio positivo: “Durante la pandemia le Regioni hanno già dimostrato di saper collaborare con efficacia: in sole 24 ore siamo riusciti, grazie al lavoro dei nostri tecnici, a definire le linee guida per la riapertura delle attività.” Sfiorando il ridicolo, il presidente lombardo ha esaltato la collaborazione tra le regioni fingendo di non sapere che proprio la richiesta dell’autonomia differenziata, da lui invocata, renderà ogni sinergia molto più difficile. L’obiettivo secondo Fontana è quello di “agire al più presto per restituire fiducia ai cittadini e garantire un futuro solido al nostro sistema sanitario”, dimenticandosi che la sfiducia verso la sanità pubblica è alimentata proprio dalle scelte che la sua parte politica, ma non solo, ha compiuto in questi ultimi trent’anni.
Lo schema è semplice: prima sottofinanzi il servizio sanitario pubblico, lo denigri agli occhi dei cittadini, fai crescere la sanità privata. Intanto aumenta la disperazione delle persone che non riescono a curarsi, e ti presenti come il salvatore che li libererà da una sanità prigioniera della burocrazia, lenta nel rispondere alle esigenze della popolazione. La risposta è lì, pronta e presentata con grandi campagne pubblicitarie: la sanità privata a tua disposizione. Se te la puoi permettere ovviamente, ma questo non viene detto.
La conferenza delle Regioni ora dovrà decidere se dare avvio al percorso di cancellazione della legge istitutiva del nostro Servizio Sanitario e avanzare la proposta di una nuova sanità costruita ad immagine e somiglianza del modello lombardo. I colossi della sanità privata si preparano a festeggiare. Nel frattempo, la regione Veneto vuole portarsi avanti e chiede che, attraverso un accordo governo/regione, le venga attribuita la totale titolarità della sanità nel pieno disprezzo di quanto stabilito dalla sentenza n. 192 del 2024 della Corte Costituzionale. Sentenza che ha dichiarato parzialmente incostituzionale la legge sull'autonomia differenziata (la numero 86/2024) ed in particolare proprio per materie quali la sanità e il welfare.
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I grandi gruppi finanziari alla conquista della Sanità
Quanto pesa la sanità privata convenzionata nelle prestazioni offerte tramite il SSN? È vero, come sostengono i rappresentanti della sanità privata, che in alcuni comparti del SSN la quantità di prestazioni realizzate in intramoenia, ossia a pagamento, è quasi equivalente al numero di prestazioni realizzate pagando solo il ticket?
Questa situazione dimostrerebbe come il SSN si stia allontanando sempre più dai principi che ne hanno caratterizzato la nascita: l’universalismo e la gratuità garantita dal finanziamento proveniente dalla fiscalità generale.
Quanto è avanzato il processo di finanziarizzazione dell’intervento privato nella sanità? Quali sono le caratteristiche dei contratti di lavoro del personale che lavora in Italia nella sanità privata?
Sulle tracce del “privato”. Informazioni aggiornate sulle strutture private operanti nel Servizio Sanitario Nazionale e nel mercato è il titolo della ricerca con la quale Aldo Gazzetti, esperto in sanità e nella gestione delle strutture ospedaliere, ha provato a rispondere a queste domande.
Per dare un quadro reale dei Gruppi operanti nel territorio nazionale è indispensabile ricorrere ai rapporti redatti dall’Area Studi di Mediobanca. Gazzetti ha consultato i rapporti annuali risalendo fino al 2014. I gruppi privati attivi nella sanità con un fatturato superiore ai cento milioni erano solo dieci nel 2014; saliti a 35 nel 2022 e arrivati a 37 nel 2023.
Il loro fatturato è passato da 3.872 milioni nel 2014 a 10.564 milioni nel 2022 e a 12.022 milioni nel 2023, con una crescita del 5,7% sul 2022 e del 15,5% sul 2019. Il numero complessivo del personale, dipendenti e collaboratori è aumentato da 28.940 nel 2014 a 92.482 nel 2023.
I sistemi sanitari odierni stanno assumendo un assetto misto in cui la parte pubblica sembra essere solo complementare alle scelte strategiche dei gruppi privati. In pochi anni la loro articolazione multinazionale, la loro contiguità con i fondi finanziari, il loro posizionamento territoriale e il loro peso nel mercato sanitario hanno determinato una concentrazione economica strutturale che pesa costantemente nelle scelte politiche e legislative dei governi nazionali e regionali. In Europa solo pochi governi hanno preso atto di questo potere. Il precedente governo tedesco, ad esempio ha cercato di porre dei limiti alla crescita delle acquisizioni di centinaia di centri ambulatoriali da parte delle società finanziarie.
In Italia invece lo Stato non sembra interessarsi delle loro caratteristiche, dei loro fatturati, della composizione dei loro organici, della destinazione dei loro ricavi. Contemporaneamente si moltiplicano le pubblicazioni curate dalle strutture private, dalle loro fondazioni o da Università come la Bocconi che tendono a costruire una narrazione finalizzata a sollecitare ulteriori finanziamenti e ad affermare la completa parità tra la componente pubblica e la componente privata all’interno del Servizio Sanitario Nazionale.
NEL MONDO
Gaza: come vengono scientificamente distrutte le strutture sanitarie. Una testimonianza da dentro Israele
“Distruzione delle condizioni di vita: un'analisi sanitaria del genocidio di Gaza” è il titolo di un interessante documento (qui tradotto in italiano) pubblicato a luglio e scritto da Physician for Human Rights Israel, un'organizzazione per i diritti umani con sede in Israele. L’associazione opera per promuovere il diritto alla salute di tutte le persone sottoposte al controllo israeliano, comprese le popolazioni palestinesi in Cisgiordania e a Gaza, gli individui privi di status legale in Israele, le persone detenute nelle strutture carcerarie israeliane e i residenti nelle periferie sociali e geografiche del Paese. Attraverso documenti e con numeri precisi, illustra la volontà di distruggere in modo sistematico e mirato tutto il sistema sanitario e le
“condizioni essenziali dell’ambiente fisico che influenzano la salute umana….Oltre 700 pozzi e stazioni di depurazione dell’acqua sono stati distrutti, mentre gli attacchi israeliani ai condotti principali, insieme ai tagli di carburante ed elettricità, hanno interrotto i sistemi di pompaggio e desalinizzazione. A giugno 2025, il 93% delle famiglie affrontava l’insicurezza idrica, facendo affidamento su fonti inquinate o salmastre, spesso trasportate a mano o acquistate a prezzi insostenibili. I campi coltivati sono stati rasi al suolo, l’80% degli alberi distrutti, il 95% del bestiame ucciso, e il settore della pesca decimato, cancellando fonti alimentari fondamentali e lasciando un milione di persone in condizioni di insicurezza alimentare grave, di cui 470.000 a livelli catastrofici.”
Chi non muore sotto le bombe a Gaza muore dissanguato, di fame o di sete o per le infezioni contratte.
Nota personale. Nei giorni scorsi attraverso gli splendidi amici e amiche di Salaam Ragazzi dell’Olivo Milano, ho ricevuto un video da Gaza: è un breve video messaggio di G., la sorella di Reem, la ragazza che la mia famiglia sosteneva a distanza dal 2017 e che, nel febbraio 2024, è stata uccisa insieme ai suoi genitori da un bombardamento israeliano. Da allora abbiamo deciso di proseguire con G. (unica sopravvissuta della famiglia) il nostro affido a distanza. Chi fosse interessato e disponibile a sostenere Salaam Ragazzi Olivo Milano, questi sono i loro riferimenti:
BANCA: Banca Popolare Etica – sede di Milano
IBAN: IT48X0501801600000011047719
INTESTATARIO: Salaam Ragazzi dell’Olivo – Comitato di Milano – Onlus
I vari progetti di emergenza nei quali sono impegnati variano dalle mense popolari con oltre 3.000 pasti quotidiani, passando alla distribuzione di pacchi alimentari, acqua potabile, prodotti per l'igiene, coperte, tende o teli, vestiti, scarpe, latte per i neonati, farmaci e presidi sanitari; per arrivare all’organizzazione di attività ricreative e sostegno psicologico per bambini/e.
NEL MONDO
Germania: secretati i prezzi dei farmaci innovativi. Un danno per tutti i cittadini europei
I governi europei sono sempre più disponibili ad inchinarsi ai desideri di Big Pharma e a rimetterci sono i cittadini e i bilanci pubblici. La conferma giunge ancora una volta da Investigate Europe, il gruppo di giornalisti d’inchiesta che il 31 luglio 2025 ha confermato quanto ipotizzato qualche mese fa. Investigate Europe
“ha rivelato come il gigante farmaceutico statunitense Eli Lilly abbia contribuito a definire una clausola di riservatezza nella legge tedesca sulla ricerca medica, consentendo prezzi segreti su farmaci innovativi che potrebbero guidare le offerte. Ora il cerchio si chiude: Eli Lilly è la prima azienda a beneficiare di queste losche strutture di prezzo. Secondo le lettere recentemente ottenute da Süddeutsche Zeitung, NDR e WDR, l'azienda sta traendo profitto dai prezzi riservati per il suo farmaco molto popolare per il diabete e la perdita di peso, Mounjaro.”
Documenti riservati evidenziano lo scambio realizzato: il governo rende segreti i prezzi dei farmaci e l’azienda statunitense garantisce un investimento multimiliardario. Questa scelta avrà ripercussioni in tutta Europa: spesso, fino ad ora, la Germania –grazie al suo peso economico – riusciva ad ottenere degli sconti sui prezzi e questo aiutava la trattativa di altri Paesi. Ma ora il prezzo sarà coperto da segreto e non potrà più essere un riferimento per altre nazioni.
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