Rapporti tra Big Pharma e associazioni, "La chiamavano sanità. Storie e aneddoti tragicomici sulla sanità pubblica", G7 salute ad Ancona
Ma parliamo anche di disastri ambientali e giustizia impossibile, morti sul lavoro e patenti a punti, dello scontro Colombia-Big Pharma sui costi della terapia HIV e di informazioni utili a tutte/i
Diritti in Salute - la newsletter quindicinale di Vittorio Agnoletto
N. 13 - 28 settembre 2024
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In questo numero parliamo di:
I soldi di Big Pharma alle associazioni dei pazienti
Disastri ambientali, grandi incidenti e giustizia impossibile
Informazioni utili: cosa accade a chi non si presenta a una visita prenotata, e altro
Morti sul lavoro e patente a punti
“La chiamavano sanità. Storie e aneddoti tragicomici sulla sanità pubblica”
Nel mondo: il G7 salute ad Ancona, un’interessante sessione internazionale
Nel mondo: la Colombia si abbassa da sola il costo della terapia per l’HIV
I soldi di Big Pharma alle associazioni dei pazienti
Non si fermano le ricerche del network europeo dei giornalisti d’inchiesta Investigate Europe. Questa volta, sotto la lente d’ingrandimento ci sono i rapporti tra Big Pharma e le associazioni (alcune, non tutte, ma nemmeno pochissime) che in Europa e in Italia si occupano della salute dei cittadini.
Qual è la loro autonomia dalle aziende farmaceutiche che le finanziano? In gioco c’è la reputazione di queste associazioni, che negli ultimi anni stanno svolgendo un ruolo sempre più importante e talvolta riconosciuto anche dalle istituzioni. Quando difendono ad esempio un farmaco la cui efficacia è contestata da EMA (L’Agenzia Europea dei Medicinali), ricevere soldi dall’azienda produttrice non è un fattore ininfluente sulla credibilità delle loro richieste.
Investigate Europe ha scoperto che “le principali aziende farmaceutiche hanno donato oltre 12 milioni di euro alle associazioni di pazienti italiane nel 2022. Il caso del farmaco Translarna, sostenuto da associazioni finanziate dall’azienda produttrice, alimenta il dibattito sulla possibile influenza dell'industria sulle decisioni sanitarie”.
Quando ero presidente della LILA, la Lega Italiana per la Lotta contro l’AIDS, avevamo stabilito che non avremmo accettato nemmeno un centesimo dalle aziende farmaceutiche. Scelta che ci ha garantito la totale autonomia nelle nostre azioni, fatte anche di denunce in tribunale e dure vertenze contro Big Pharma, come la famosa contestazione in piazza Navona del 25 giugno 1996.
Spesso anche i silenzi o la mancata adesione a delle iniziative nascondono il timore di vedersi tagliare dei fondi e quindi il rischio di dover chiudere dei servizi rivolti ai malati, talvolta anche licenziando i propri operatori. In casi simili, l’associazione gira lo sguardo da un’altra parte e rinuncia a svolgere un ruolo di cambiamento. Una ragione in più per pensarci prima, evitando di accettare soldi e vincolare le proprie attività a fondi che provengono dal mondo farmaceutico (o da altre aziende coinvolte nel mercato della sanità).
Potete approfondire il tema Big Pharma e paradisi fiscali, presentato nello scorso numero della newsletter, a questo link.
Anche Diritti in Salute ha scelto di essere indipendente, non ricevendo fondi da aziende di nessun tipo. L’indipendenza come sappiamo ha però un costo, ed è per questo che mi rivolgo a chi vuole sostenere la newsletter: siete l’unico finanziamento che ricevo, dal basso. Se volete donare a Diritti in Salute, cliccate su “dona":
Disastri ambientali, grandi incidenti e giustizia impossibile
La Corte d’Appello di Lecce ha annullato la sentenza di primo grado del Processo ex Ilva e ha trasferito gli atti al procuratore di Potenza, città dove il processo dovrà ricominciare. Il rischio è la prescrizione delle 26 condanne stabilite in primo grado. Tutto questo avviene dopo vari anni di udienze con i relativi costi per l’amministrazione pubblica. Secondo le motivazioni depositate dai magistrati il 24 settembre la decisione è stata presa a causa della presenza, tra le numerosissime parti lese, di due giudici onorari tarantini attualmente non più in attività. Questo impedirebbe la serenità di giudizio da parte dei magistrati chiamati a giudicare. In sostanza la decisione di quei due cittadini di costituirsi, come moltissimi altri, per rivendicare i propri diritti, è stata sufficiente per cancellare una sentenza e rischiare la prescrizione.
Ma questa non è l’unica “stranezza” che caratterizza i grandi processi su questi temi. Ne è un esempio la sentenza del gennaio scorso della Corte di Cassazione sul crimine ferroviario di Viareggio del 29 giugno 2009, che, pur confermando nella sostanza le precedenti sentenze, chiede una rivalutazione delle attenuanti a favore degli imputati.
Ma nella medesima sentenza la Cassazione, con una decisione che non ha precedenti, ha escluso Medicina Democratica dalle parti civili dopo che tutti i gradi di processo avevano riconosciuto all’associazione questo ruolo svolto per quasi sette anni, in ben 150 udienze!
Decisione che sul sito di Medicina Democratica è stata definita “davvero incomprensibile perché per ben due gradi di giudizio il tribunale di Lucca e la Corte d’Appello di Firenze ci avevano riconosciuto sia la legittimazione sia il risarcimento del danno, a fronte dell’attività capillare svolta sul territorio toscano”.
Alla fine Medicina Democratica dovrà restituire i risarcimenti ottenuti e pagare l’attività svolta per anni dagli avvocati. Ma non solo: non è difficile immaginare che qualunque altra associazione ci penserà molto prima di costituirsi parte civile in cause simili, con il rischio che un diritto riconosciuto dai tribunali venga cancellato. Un messaggio preciso: la società civile organizzata stia fuori da questi processi, le vittime devono sentire tutta la loro solitudine.
Informazioni utili: cosa accade a chi non si presenta a una visita prenotata, la cartella sanitaria è gratuita, i controlli dei medici fiscali…
Una delle maggiori difficoltà per i cittadini è quella di orientarsi nei meandri della burocrazia, con il risultato spesso di non conoscere i propri diritti e talvolta nemmeno i propri doveri. Abbiamo quindi provato a rispondere ad alcune delle domande che ci sono arrivate dagli ascoltatori a “37e2”, la trasmissione che conduco su Radio Popolare: la puntata da riascoltare è a questo link. Le risposte si riferiscono in particolare alla situazione lombarda, ma, quando dipendono da leggi nazionali, valgono per tutti coloro che vivono in Italia.
Sono infatti quesiti che interessano tutti: cosa accade a una persona che non può presentarsi a una visita o a un esame che ha prenotato? come comportarsi di fronte alle liste d'attesa? terminato il ricovero in ospedale, gli ulteriori test diagnostici da eseguire in regime extraospedaliero sono sempre da pagare? quali sono le conseguenze per i lavoratori del settore privato se, quando sono a casa in malattia, non vengono trovati dal medico fiscale? quanto (non) costa avere una copia della cartella clinica?
Morti sul lavoro e patente a punti
In Italia ogni anno ci sono oltre mille morti sul lavoro e circa 600.000 infortuni. Se alle statistiche ufficiali aggiungiamo tutti i casi non registrati, per assenza di contratto e perché non ritenuti tali dall’INAIL, il numero aumenta ulteriormente. Ormai i commenti sugli omicidi bianchi, così vengono chiamati, sono quotidiani, ma ciò nonostante le principali cause non vengono affrontate: mancanza di controlli, appalti e subappalti, solo per citarne alcune.
Sempre sul tema, il 1° ottobre entrerà in funzione la patente a crediti (o a punti) per la sicurezza sul lavoro nei cantieri, i quali sono definiti in un allegato del Decreto Legislativo 81/2008. Il 20 settembre scorso è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto attuativo e pochi giorni dopo è uscita la circolare esplicativa dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro.
Medicina Democratica chiarisce che “tutte le imprese riceveranno dei punti di default e li perderanno o acquisiranno con un sistema non dissimile a quella della patente automobilistica. La patente a crediti presenta numerose disfunzionalità (anche) morali perché togliere dei “punti” a causa di omicidi sul lavoro, malattie professionali, infortuni gravi e/o violazioni per poi ridarli come se nulla fosse con un po’ di “formazione” (fatta spesso da privati, come ampiamente concesso dagli incompleti Accordi Stato-Regioni in materia da 15 anni a questa parte) appare come uno schiaffo alle vittime e un buffetto ai colpevoli”.
A questo link trovate un approfondimento anche tecnico sul regolamento appena uscito.
“La chiamavano Sanità. Storie e aneddoti tragicomici sulla sanità pubblica”
È il titolo dell’iniziativa organizzata da La Lombardia SiCura il 1° ottobre al teatro della Cooperativa di Milano, in via Hermada 8. L’evento vede la partecipazione di Silvio Garattini, presidente dell’Istituto di Ricerca Mario Negri e degli artisti Lella Costa, Luca Mangoni (il Supergiovane di Elio e le Storie Tese), Moni Ovadia, Renato Sarti e Silvano Piccardi. L’entrata è libera ma con prenotazione, quindi per partecipare è necessario scrivere a: medicinademocratica@alice.it
Per chi non lo sapesse, la campagna La Lombardia SiCura ha depositato nel giugno 2024 presso la Regione Lombardia una petizione con oltre 90.000 firme per richiedere in 5 punti la modifica della vigente legge sulla sanità lombarda. Nel frattempo prosegue presso il Tribunale ordinario di Milano l’iter della causa per l’ammissibilità dei tre quesiti referendari abrogativi della legge sanitaria regionale, presentati nel 2023 ma “bocciati” dalla maggioranza e dalla giunta della Lombardia con un voto politico e non di merito: la prossima udienza è prevista per il prossimo 13 novembre.
NEL MONDO
Il G7 salute ad Ancona, un’interessante sessione internazionale
Come ho anticipato già nello scorso numero della newsletter, dal 9 all’11 ottobre ad Ancona si svolgerà il G7 Salute. Il comitato No G7 Ancona ha previsto un percorso di dibattiti e conferenze in tutte le Marche nelle settimane precedenti l’inizio del vertice. Nei giorni del G7 invece vi segnalo alcune attività interessanti: mercoledì 9 alle 15.30 alla Facoltà di Economia Giorgio Fuà parteciperò al convegno “Contro il mercato della salute, per una Sanità pubblica e universale” insieme a rappresentanti della CGIL, dei comitati locali, economisti e ricercatori.
Venerdì 11 al Cinema Azzurro dalle 9.30 ci sarà l’assemblea generale “Fuori il profitto dalla salute. Per una piattaforma globale di azione”, durante la quale alle 11.00 si svolgerà una sessione internazionale “Public healthcare under commercialization pressures: critical international perspectives” con relatori provenienti da diversi Paesi e dalle principali organizzazioni internazionali, tra le quali European Forum for Primary Care (EFPC), People’s Health Movement (PHM), Public Service International (PSI), l’Università di Dublino (UCD).
NEL MONDO
La Colombia si abbassa da sola il costo della terapia per l’HIV
La Colombia ha emesso la sua prima licenza obbligatoria per poter utilizzare il Dolutegravir senza richiedere il permesso al proprietario del brevetto ViiV Healthcare (una joint venture tra GlaxoSmithKline, Pfizer e Shionogi) che inizialmente lo commerciava con un costo che superava i 1000 dollari per paziente, mentre il prezzo della versione generica offerta dall’Organizzazione Panamericana della Sanità era sotto i 50 dollari. Il Dolutegravir è un farmaco importante per le persone con HIV, secondo quanto indicato nelle linee guida dell’OMS.
La licenza obbligatoria con la quale viene scavalcato il brevetto permette alla Colombia di spendere circa 44 dollari per procurarsi il farmaco per ogni paziente. Questa decisione apre ulteriori spazi per le ONG che operano nel sud del mondo facilitando l’uso del Dolutegravir anche nei loro progetti. ViiV ha protestato duramente e forte è il rischio di una ritorsione contro il governo colombiano se verrà lasciato solo a contrastare il grande potere di queste aziende farmaceutiche. Ringrazio
, autore della newsletter , per avermi segnalato questa importantissima vicenda.Diritti in Salute è gratuita, e questo non cambierà nel tempo. Vi chiedo però di sostenerla con una donazione se potete, perché frutto di un’attività di studio e di ricerca che svolgo con passione da decenni. Potete farlo attraverso PayPal: cliccate su “DONA”, vi apparirà il logo di Medicina Democratica, cliccate “invia”, inserite la vostra mail, scegliete la cifra da donare e dove c’è scritto “A cosa serve?” non dimenticatevi di inserire “Diritti in salute”. Questo è importante perché ci semplifica molto le procedure amministrative.
Per questo numero abbiamo finito. Ci rivediamo tra due settimane.
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