Ma è proprio vero che i medici sono pochi? Alzheimer: la retta la paga lo Stato. Farmaci e potere
Ma parliamo anche dei Pfas, della sanità che in Costituzione viene prima del pareggio di bilancio, e del disastro ambientale a Gaza
Diritti in Salute - la newsletter quindicinale di Vittorio Agnoletto
N. 22 – 8 febbraio 2025
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In questo numero parliamo di:
Ma è proprio vero che in Italia ci sono pochi medici?
Alzheimer: la retta deve pagarla lo Stato
Farmaci: poca trasparenza e molto potere
Cosa sono i Pfas, per cosa vengono utilizzati e con quali conseguenze?
La Costituzione conta. Anche per il diritto alla salute
Nel mondo. Gaza: gli effetti a lungo termine della guerra
Ma è proprio vero che in Italia ci sono pochi medici?
Ogni giorno ci viene spiegato che la crisi del SSN, e quindi anche il problema delle liste d’attesa, dipende dalla mancanza di medici e di infermieri. Le cose non stanno esattamente così. Nel 2022, ultimo anno per il quale sono disponibili i dati, i medici in attività erano circa 250.000: 4 ogni mille abitanti. La media europea era di 3,6 e quella dei Paesi OCSE di 3,7.
Sempre nel 2022, i medici attivi nel SSN erano circa 125.000 ovvero la metà del totale; circa 100.000 di questi come dipendenti pubblici, e oltre 20.000 dipendenti di strutture equiparate al SSN. Se invece guardiamo il numero dei medici di medicina generale, ovvero i medici di famiglia, il quadro è diverso: le cifre in questo caso sono riferite al 2021, e si invertono. Sono 68,1 medici ogni 100.000 abitanti, mentre in Germania 72,8; 74,8 in Austria; 94,4 in Spagna e 96,6 in Francia.
Quindi non è vero che fino ad oggi abbiamo avuto un numero bassissimo di medici, ma è certamente vero invece che abbiamo un basso numero di medici nelle strutture pubbliche del SSN a fronte di un alto numero di professionisti che hanno scelto di lavorare nelle strutture private. Inoltre, in Italia c’è un basso numero di Medici di Medicina Generale.
Nell’immediato, gli obiettivi dovrebbero quindi essere: aumentare gli stipendi e migliorare le condizioni di lavoro per i dipendenti del SSN, cancellare il blocco delle assunzioni e contemporaneamente ridefinire le regole del rapporto pubblico/privato in modo da attrarre o riattrarre i medici dalle strutture private verso quelle pubbliche. Ciò non avviene però perché, aldilà delle dichiarazioni di principio, la medicina privata ha tra i legislatori molti più “amici”, e non da oggi, di quella pubblica.
Per i Medici di Medicina Generale sarebbe importante da subito l’aumento dello stipendio, la modifica del percorso di studio equiparandolo a quello delle altre specialità mediche, una diminuzione del carico burocratico-amministrativo e la rivalutazione sociale della figura professionale di questi medici.
Guardando al futuro prossimo, la situazione è destinata a modificarsi e presto ci troveremo con un numero di medici, in relazione alla popolazione, inferiore alla media europea. Questo a causa dell’alta età media dei nostri medici che si colloca tra i primi posti in Europa. Solo quest’anno sono attesi circa 40.000 pensionamenti. Evidente e necessario dunque è un aumento del numero di medici, nel prossimo futuro.
Analizziamo ora la situazione degli infermieri. Sempre con riferimento ai dati relativi al 2022, l’Italia è abbondantemente sotto la media dei Paesi OCSE (che è di 9,8) con 6,5 infermieri ogni 1.000 abitanti. Se guardiamo il numero di laureati in Scienze Infermieristiche negli ultimi anni anche questo è decisamente inferiore alla media OCSE: nel 2022 è arrivato a 16,4 per 100.000 abitanti contro il 44,9. Siamo di fronte ad una vera e propria emergenza italiana, poichè gli infermieri sono fortemente sottoretribuiti e svalutati nel ruolo che occupano all’interno della nostra società.
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Alzheimer: la retta deve pagarla lo Stato
Una vittoria storica, anche se sofferta, che arriva dopo sette anni di battaglie legali sostenute da Marco Gaito. L’uomo chiedeva che fosse il SSN a pagare le rette per il ricovero in RSA della madre affetta da Alzheimer. Il Tribunale di Milano e la Corte d’Appello avevano stabilito che il signor Gaito doveva farsi carico del 50% delle spese.
Pochi giorni fa la Cassazione ha stabilito che l’intera retta dev’essere a carico del SSN perché, spiega l’avvocato Giovanni Franchi che ha seguito tutta la vicenda, la Cassazione “ha sottolineato come, secondo la giurisprudenza consolidata, le prestazioni socio-assistenziali per i pazienti affetti da malattie ingravescenti come l’Alzheimer e la demenza senile devono essere considerate inscindibilmente connesse alle prestazioni sanitarie. Un legame che implica che l’intero costo di permanenza nelle Rsa debba gravare sul SSN”. Le cure sanitarie prevalgono quindi sulle prestazioni assistenziali, in base a quanto stabilito dalla Costituzione e dalla legge 730 del 1983.
Sentenze simili, per la verità, vi erano già state in anni recenti su singoli casi, ma qui siamo di fronte ad un pronunciamento della Suprema Corte. Una sentenza che riguarda potenzialmente una platea molto vasta di cittadini, considerato che secondo l’Istituto Superiore di Sanità già nel 2019 “in Italia, il numero totale dei pazienti con demenza è stimato in oltre un milione (di cui circa 600 mila con demenza di Alzheimer) e circa 3 milioni sono le persone direttamente o indirettamente coinvolte nell’assistenza dei loro cari”.
Oltre al diretto beneficio per le famiglie coinvolte, è possibile sperare che, di fronte all’obbligo di pagare le rette, le istituzioni siano spinte ad intervenire per calmierare i prezzi sia nelle poche RSA gestite direttamente dalle istituzioni pubbliche, sia in quelle convenzionate. Rette che arrivano anche a 3.000 euro al mese. Ma questo dipenderà anche dalla capacità di organizzare mobilitazioni sui territori.
Come ricorderete, nel numero 20 della newsletter avevo scritto del ricorso della sanità rivata contro le cifre dei rimborsi alle strutture convenzionale stabilite dal ministero per i nuovi LEA. La sanità privata aveva chiesto di sospendere la nuova tabella dei LEA, il ministero si era opposto e il TAR del Lazio aveva riconvocato le parti il 28 gennaio. In questa data non è stata assunta alcuna decisione e il TAR del Lazio ha rinviato tutto fissando la prossima udienza pubblica il 27 maggio 2025. Vi terrò informati.
Farmaci: poca trasparenza e molto potere
Come vengono stabiliti i prezzi dei farmaci? In base a quali criteri un medicinale viene inserito nel prontuario nazionale e quindi reso disponibile a spese dello Stato?
Il mondo dei farmaci è tutto tranne che trasparente. Difficilissimo riuscire ad avere delle informazioni precise, poichè tutto è coperto da una coltre di mistero e di opacità. E quando si riesce ad avere qualche informazione spesso si resta increduli e indignati per quello che si scopre. È quanto accadrà a molti tra voi che ascolteranno Farmaci e potere, l’intervista che abbiamo realizzato il 17 gennaio scorso a ”37e2” - la trasmissione che conduco con Elena Mordiglia a Radio Popolare - con il dott. Antonio Addis, direttore del dipartimento di Epidemiologia del Lazio.
Solo qualche anticipazione.
Vi sono farmaci costosi per patologie come ad esempio diabete e Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO), che normalmente venivano acquistati dalle ASL/ATS e/o dagli Ospedali perché in questo modo costavano meno alle casse dello Stato (si abbattono i costi di distribuzione). Recentemente la distribuzione di parecchi di questi medicinali è passata alle farmacie, con un aumento significativo dei costi che in alcuni casi sono addirittura raddoppiati. Alla base di questa scelta non c’è alcuna ragione medico/clinica. È una scelta tutta politica, e ovviamente tutto ciò non ha nulla a che vedere con il fatto che Marcello Gemmato, farmacista, è il Sottosegretario di Stato alla Salute!
Anche la decisione di non inserire i contraccettivi orali nei Livelli Essenziali di Assistenza e quindi a carico del SSN, è una decisione puramente politica. Alcune regioni hanno deciso di renderli comunque disponibili gratuitamente attraverso i consultori, ma sono decisioni regionali.
Un’altra scelta politica e commerciale è l’assenza di studi comparativi prima di decidere l’inserimento di un medicinale nella farmacopea a carico dello Stato. Viene valutata l’efficacia e la sicurezza ma non l’esistenza di un valore terapeutico aggiuntivo rispetto a medicinali già disponibili a prezzi inferiori.
Cosa sono i Pfas, per cosa vengono utilizzati e con quali conseguenze?
Recentemente si è molto parlato di Pfas. A 37e2 già nel mese di novembre abbiamo affrontato il tema nei suoi vari aspetti in tre puntate, grazie all’aiuto di alcuni esperti. Se volete riascoltare questi contenuti qui trovate il podcast completo.
La Costituzione conta! Anche per il diritto alla salute
Il diritto alla salute non può essere sacrificato alle esigenze di bilancio. Questo è il punto fondamentale del preciso e documentato articolo scritto per Ideeinformazione da Luigi Lia, avvocato e studioso di diritto costituzionale. Nell’articolo Lia commenta la sentenza della Corte costituzionale n. 195 del 6 dicembre 2024, in cui si stabilisce che il diritto alla salute non può essere subordinato alle esigenze del bilancio dello Stato.
Un testo utile per rivendicare, in tante occasioni, il rispetto di nostri diritti.
NEL MONDO
Gaza: gli effetti a lungo termine della guerra
Ad oggi risulta impossibile immaginarsi il futuro di Gaza. Una terra trasformata in un cumulo di macerie e con una concentrazione impressionante di sostanze nocive, tra le quali l’amianto, destinate ad incidere fortemente per decenni sulla salute delle future generazioni.
Secondo i dati dell’ONU aggiornati al 1 maggio 2024, quindi oggi ampiamente superati, a Gaza in una
“striscia di circa 40 km di lunghezza da nord a sud vi sono 37 milioni di tonnellate di macerie (più che su tutta la linea del fronte in Ucraina, lunga quasi 1.000 km)….si stima che tra le macerie di Gaza ci siano oltre 800.000 tonnellate di amianto… Tenendo conto che i tempi di latenza del mesotelioma pleurico, il principale tumore da amianto, oscillano tra i 20 e i 40 anni…alla prima metà degli anni ’40 del nostro secolo avremo i primi casi … e nessuno oggi può dire quando avremo gli ultimi: dipenderà da quanto tempo si protrarranno i lavori di rimozione della macerie e bonifica dell’amianto.”
Sono gli effetti a lungo termine della guerra contro Gaza che Leopoldo Magelli - medico del lavoro, già responsabile dei servizi di prevenzione e sicurezza sul lavoro della AUSL Bolognese e per anni collaboratore dell’Associazione Familiari e Vittime Amianto Emilia Romagna aps - ha illustrato in un articolo. Lo abbiamo invitato per un’intervista a 37e2 lo scorso dicembre: potete ascoltarla qui dal minuto 33.33.
Diritti in Salute è gratuita, e questo non cambierà nel tempo. Vi chiedo però di sostenerla con una donazione se potete, perché frutto di un’attività di studio e di ricerca che svolgo con passione da decenni. Potete farlo attraverso PayPal: cliccate su “DONA”, vi apparirà il logo di Medicina Democratica, cliccate “invia”, inserite la vostra mail, scegliete la cifra da donare e dove c’è scritto “A cosa serve?” non dimenticatevi di inserire “Diritti in salute”. Questo è importante perché ci semplifica molto le procedure amministrative.
Per questo numero abbiamo finito. Ci rivediamo tra due settimane.
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