Liste d’attesa, c’è chi pensa ad elicotteri da guerra. L’istruzione riduce il rischio di mortalità
Ma parliamo anche di un pediatra al largo di Gaza, di quando il SSN si affida ad un’ app privata e della lobby dell’alcol
Diritti in Salute - la newsletter quindicinale di Vittorio Agnoletto
N. 30 – 7 giugno 2025
Bentornate e bentornati a Diritti in Salute!
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In questo numero parliamo di:
Elty, un’app privata al servizio del pubblico? O il SSN al servizio di un gruppo privato? (2° puntata)
Le follie Lombarde. Dai Nas agli elicotteri di Bertolaso
Nel mondo. Un pediatra al largo di Gaza
Nel mondo. L’effetto dell’istruzione sulla mortalità degli adulti
Nel mondo. Gli effetti della lobby dell’alcol
L’8 giugno c’è la festa di Radio Popolare!
Come tutti gli anni, anche quest’anno torna la festa della radio in cui tutti i venerdì racconto di sanità con Elena Mordiglia. Domenica 8 giugno, alle 17.30, siete tutti invitati e invitate sotto il Grande Faggio all’ex Paolo Pini, in via Ippocrate 45 a Milano. Insieme a me e Elena, a ragionare su un altro servizio sanitario possibile, il professor Silvio Garattini.
Vi aspetto! Non mancate.
Elty, un’app privata al servizio del pubblico? O il SSN al servizio di un gruppo privato? (2° puntata)
In un precedente numero di Diritti in Salute avevo sollevato la vicenda della app Elty, e terminavo scrivendo: “Ricapitolando: l’Asst Bergamo Ovest invita i suoi cittadini che ricercano disperatamente un medico di medicina generale ad utilizzare un’App di un gruppo della sanità privata, Unipol, ma quell’app serve per fissare visite a pagamento presso varie strutture private tra le quali, in prima fila, quelle appartenenti allo stesso gruppo Unipol”.
Venerdì 16 maggio sull’edizione bergamasca de Il Corriere della Sera, veniva pubblicato un mio intervento che alla fine recitava: “Mi auguro che dopo questa segnalazione l’Asst Bergamo ovest ponga fine a questa vicenda e attivi un’app di proprietà pubblica nella quale sia veramente possibile «scegliere in autonomia la sede, il medico Amt (Ambulatorio Medico Temporaneo, nda), il giorno della visita e l’orario desiderato dell’appuntamento proprio come se si trattasse del proprio curante»”.
Per una settimana tutto tace.
Venerdì 23 maggio, sempre sul Corriere esce un breve pezzo in cui si legge
È importante che i cittadini selezionino «solo Amt» se desiderano visualizzare esclusivamente i servizi ambulatoriali temporanei […]». È la raccomandazione di Unipol […]”.
Non ho parole! Io chiedo pubblicamente ad Asst Bergamo ovest di mettere fine ad una collaborazione con una app di un gruppo privato (per le ragioni sopra esposte) e a rispondere ai cittadini è il gruppo privato, non l’Asst! A meno che il processo di privatizzazione della Lombardia abbia compiuto, a mia insaputa, un ulteriore salto, fino ad ora Asst e Unipol sono ancora due realtà separate.
Non mi arrendo, entro nell’app, ma nella home non mi appare la tanto agognata icona “solo Atm”. Chiedo quindi ripetutamente spiegazioni al servizio clienti dell’app che finalmente il 27 maggio mi risponde con una mail:
“Una volta che ha effettuato l'accesso nell'app, deve cliccare sull'icona Profilo e in seguito su "Il tuo medico", in seguito nella barra di ricerca deve ricercare "Ambulatorio Medico Temporaneo", selezionarlo e confermarlo come suo medico di famiglia”.
Una caccia al tesoro! Senza istruzioni non ci sarei mai arrivato!
Sarei rimasto a girare tra una prenotazione privata e l’altra.
È evidente che quello indicato è un percorso completamente nascosto e difficile da trovare, e che non modifica di una virgola la questione di una app pubblicizzata dal pubblico, ma privata e utilizzabile per fissare visite private. Venerdì 30 maggio mi chiama un operatore molto gentile di Elty, che vuole sapere se ho risolto il mio problema: mi spiega che quest’app è in genere usata da molti MMG (i medici di famiglia) nei loro rapporti coi pazienti (e questo non mi tranquillizza certo!), e che sta ricevendo molte telefonate da cittadini di Bergamo che non trovano quello che cercano…
Le follie Lombarde. Dai Nas agli elicotteri di Bertolaso
In un numero della newsletter vi avevo informato del protocollo firmato dalla Regione Lombardia col Nucleo Antisofisticazione e Sanità (NAS) dei Carabinieri per gettare luce sulle cause delle liste d'attesa. Come redazione di 37e2 abbiamo subito chiesto di essere ascoltati in quanto persone informate sui fatti. Riceviamo infatti da anni tantissime segnalazioni; e proponiamo continuamente soluzioni, rimanendo spesso inascoltati.
Martedì 3 giugno abbiamo avuto un lungo incontro con il tenente colonello Salvatore Pignatelli, responsabile dei NAS per il Nord Italia, al quale abbiamo consegnato un articolato documento sulla casistica, da noi raccolta, delle tante disfunzioni della sanità lombarda. Ci è stata fornita la disponibilità da parte dei NAS a ricevere (con la garanzia dell’anonimato) nostre segnalazioni su casi particolarmente gravi di inefficienze del servizio sanitario. Vedremo nel prossimo futuro quali saranno i risultati, se ve ne saranno, di questa indagine condotta dai NAS.
Quasi ogni giorno però, ce n’è una. “Elicotteri con sale operatorie per interventi in volo: il progetto di Bertolaso per la Lombardia. L’assessore al Welfare: “Vorremmo trasferire questi mezzi, già usati dalle forze armate in contesti bellici, in situazioni di pace”. Così titola la Repubblica nella sua edizione di Milano il 29 maggio scorso. E anche questo non sembra uno scherzo!
“Elicotteri ‘da guerra’. Più grandi del normale, con lo spazio necessario a bordo per ospitare non solo barelle e attrezzature di primo soccorso. Ma anche macchinari più sofisticati, per permettere ai soccorritori e ai medici d’emergenza di operare subito, se necessario, il paziente. In volo, prima ancora dell’arrivo in ospedale.” L’assessore dichiara: “La Lombardia si pone come modello a livello nazionale…”
Sia ben chiaro, ognuno di noi vorrebbe avere a disposizione tutte le attrezzature di Pronto Soccorso in ogni momento della propria vita. Ma qui siamo all’annuncio “spettacolare”, anche se la nostra vita non è un film.
La guerra, per essere curati e per sopravvivere, l’affrontano tutti i giorni i nostri concittadini: nelle valli alpine e prealpine dove sono stati tagliati i servizi, dove l’ospedale più vicino dista decine e decine di km, dove i servizi di elisoccorso sono stati ridotti al lumicino (ne abbiamo più volte parlato a 37e2); nella disperata ricerca di una visita o di un esame o di un intervento con il SSN che viene quotidianamente bloccato dalle liste d’attesa. La guerra l’affrontano i MMG quando arrivano nell’ambulatorio il lunedì mattina e si accorgono che il sistema informatico Siss non funziona, e la lista potrebbe essere lunga.
Qualcuno ha valutato il rapporto costi/benefici di questo roboante progetto? È questa la priorità di un Servizio Sanitario che non funziona e che ha dovuto ricorrere ai carabinieri dei Nas perché la gente non riesce più a curarsi? A voi la risposta.
NEL MONDO
Un pediatra al largo di Gaza
Carlo Brambilla è pediatra e neonatologo. Nel dicembre 2023 si è imbarcato su una nave della marina militare per una missione umanitaria per i bambini di Gaza. Recentemente ha ottenuto l’autorizzazione a raccontare a 37e2 quello che ha visto: i bambini che ha soccorso e i traumi che hanno riportato, sia fisici che psicologici. Nell’intervista, il dottor Brambilla ragiona con noi anche sulle conseguenze che queste esperienze potranno avere nel futuro dei minori, un ragionamento svolto alla luce dei più recenti studi scientifici. Un’intervista questa, attualissima.
L’effetto dell’istruzione sulla mortalità degli adulti
Quali sono gli effetti dell'educazione sulla mortalità adulta? A questa domanda hanno provato a rispondere su The Lancet Public Health, nel gennaio 2024, i ricercatori dell’Institute for Health Metrics and Evaluation (IHME) e del Centre for Global Health Inequalities Research (CHAIN) attraverso una revisione sistematica globale e una meta-analisi di moltissime ricerche realizzate nel mondo. “L'effetto positivo dell'istruzione sulla riduzione della mortalità adulta per tutte le cause è noto; tuttavia – spiegano i ricercatori - l'entità relativa di questo effetto non è stata quantificata sistematicamente. Lo scopo del nostro studio è stato quello di stimare la riduzione della mortalità adulta per tutte le cause associata a ciascun anno di scolarizzazione a livello globale.”
I risultati sono estremamente interessanti. “L'istruzione ha mostrato una relazione dose-risposta con la mortalità adulta per tutte le cause, con una riduzione media del rischio di mortalità dell'1,9% (intervallo di incertezza al 95% 1,8-2,0) per ogni anno aggiuntivo di istruzione. L'effetto è stato maggiore nei gruppi di età più giovani rispetto ai gruppi di età più avanzata, con una riduzione media del rischio di mortalità del 2,9% (2,8-3,0) associata ad ogni anno aggiuntivo di istruzione per gli adulti di età compresa tra 18 e 49 anni, rispetto a una riduzione dello 0,8% (0,6-1,0) per gli adulti di età superiore ai 70 anni.”
Quindi, per ogni anno in più d’istruzione il rischio di mortalità diminuirebbe di una percentuale che varia in relazione all’età. La conclusione dei ricercatori è un monito per i governi: “Questo lavoro – scrivono su Lancet - […] sostiene le richieste di maggiori investimenti nell'istruzione come percorso cruciale per ridurre le disuguaglianze globali nella mortalità.” Una ricerca perfettamente in linea con quanto emerso da uno studio dell’ATS di Milano presentata sul numero 14 di Diritti in Salute: in quel caso il livello d’istruzione emergeva come il primo fattore che influiva sull’accesso ai servizi sanitari e sulla possibilità di curarsi.
Gli effetti della lobby dell’alcol
“[…] ci si deve chiedere perché i produttori di alcolici non siano tenuti a rispettare i requisiti legali a cui sono sottoposti tutti gli altri produttori di alimenti e bevande. Ovvero, fornire gli ingredienti e le informazioni nutrizionali sull’etichetta. È una buona domanda, e la risposta è nelle lobby.”
La domanda se la pone Benedetto Saraceno, psichiatra, già direttore del Dipartimento di Salute Mentale e Abuso di Sostanze dell’OMS, in un articolo su Salute Internazionale nel quale analizza le strategie delle lobby dell'industria dell'alcol.
“I danni legati all’alcol sono una delle principali preoccupazioni per la salute pubblica nei paesi della Unione Europea e sono responsabili di oltre il 7% di tutte le malattie e delle morti precoci” ma, continua il professor Saraceno, “Di fronte a queste gravi responsabilità il governo italiano non solo si sottrae ma alimenta l’idea che tutto sommato l’alcol sia una bevanda innocua, anzi più innocua perfino dell’acqua.”
Il riferimento è alle affermazioni rilasciate il 7 febbraio 2025 dal ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida durante l’evento “Stati generali del vino”, organizzato a Roma dall’Ufficio in Italia del Parlamento Europeo. Lollobrigida, di fronte alle richieste di una politica di prevenzione dell’alcolismo, dichiarò:
“L’abuso di acqua può portare alla morte”, ha concluso il ministro Lollobrigida. Molta ignoranza – scrive Saraceno – ma probabilmente anche il segno del successo delle pressioni della industria dell’alcol”.
Diritti in Salute è gratuita, e questo non cambierà nel tempo. Vi chiedo però di sostenerla con una donazione se potete, perché frutto di un’attività di studio e di ricerca che svolgo con passione da decenni. Potete farlo attraverso PayPal: cliccate su “DONA”, vi apparirà il logo di Medicina Democratica, cliccate “invia”, inserite la vostra mail, scegliete la cifra da donare e dove c’è scritto “A cosa serve?” non dimenticatevi di inserire “Diritti in salute”. Questo è importante perché ci semplifica molto le procedure amministrative.
Per questo numero abbiamo finito. Ci rivediamo tra due settimane.
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