Pazienti selezionati in base al profitto? Cinque anni dal Covid. Farmaci costosi e poco efficaci
Ma parliamo anche di medici che dovrebbero rifiutarsi di collaborare al protocollo Italia-Albania, dei farmaci per la perdita di peso e di un particolare apparecchio acustico
Diritti in Salute - la newsletter quindicinale di Vittorio Agnoletto
N. 23 – 22 febbraio 2025
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In questo numero parliamo di:
Come hanno distrutto (e stanno distruggendo) il Servizio Sanitario Nazionale, parte 16: Le strutture private selezionano i pazienti per avere maggiori profitti?
Covid: se cinque anni vi sembran pochi
I medici rifiutino di collaborare al protocollo Italia-Albania
Farmaci costosi e ad efficacia limitata
Cosa c’è dietro al farmaco per dimagrire?
Nel mondo. Open source per ipoacusici
Le strutture private selezionano i pazienti per avere maggiori profitti?
Nella newsletter n. 16 vi avevo spiegato come le ATS (nome delle Asl in Lombardia) non possano entrare nel merito delle prestazioni che i soggetti privati convenzionati dovranno svolgere, e di quali ricoveri, interventi, visite o esami vadano prioritariamente realizzati. Le ATS possono solo indicare che una parte (in genere molto limitata) del budget pubblico allocato ad ogni struttura privata dovrà essere destinato a specifici obiettivi.
Dalle segnalazioni che arrivano a 37e2 però l’impressione è che le strutture private operino la selezione dei casi per massimizzare i profitti.
Le impressioni da sole non bastano però, devono essere confermate o smentite da dati precisi. Aldo Gazzetti, esperto in sanità e nella gestione delle strutture ospedaliere, ha incrociato i dati provenienti da diverse fonti. Ciò che è emerso da questa prima (e non ancora completa) elaborazione, merita una lettura attenta.
Gazzetti ha analizzato i dati lombardi. Certamente ci sono differenze tra regione e regione in Italia ma come spesso detto, se la Lombardia dovesse fare scuola, quanto segue è quello che possiamo aspettarci.
Un primo dato inaspettato, ed in contrasto con quanto sarebbe stato logico aspettarsi, è la diminuzione dei posti letto pubblici nel post pandemia. Secondo i dati forniti dall’Agenzia Nazionale per i Servizi sanitari regionali (Agenas) sulla Lombardia e aggiornati al 2022, il settore pubblico non ha aumentato di 4.000 unità i posti letto come previsto, ma ne ha persi circa 1.400. Persi principalmente a spese delle aree Chirurgia e Materno-Infantile. Nello stesso periodo il privato accreditato ha aumentato invece di oltre 400 posti letto.
La percentuale dei posti letto pubblici sul totale di letti accreditati è passata dal 71,3% nel 2000, al 63% nel 2010 e al 59% nel 2022.
Tra i tanti dati che emergono dalla ricerca è interessante notare la differente natura dei ricoveri ordinari. Infatti, l’offerta privata vede ampiamente maggioritari quelli chirurgici (54,3%) rispetto a quelli medici (45,7%). Mentre il pubblico eroga rispettivamente il 42,3% e il 57,7%.
Per quanto riguarda il rimborso alla sanità privata contrattualizzata: il caso classificato “chirurgico” ha una tariffa maggiore in quanto si aggiungono i costi della sala operatoria e/o della durata dell’intervento. Nel caso “medico”, sul prezzo del rimborso incide maggiormente la durata media stimata della degenza e il carico necessario del personale medico e infermieristico.
Le strutture private selezionano i pazienti per avere maggiori profitti? Leggete il report e provate a rispondere voi alla domanda.
Covid: se cinque anni vi sembran pochi
…gli eroi son tutti giovani e belli,
gli eroi son tutti giovani e belli...
La locomotiva, Francesco Guccini (1972)
Eroi non si nasce, lo si diventa
Gli eroi invecchiano; il rischio, l’avventura e la forza appartengono ai giovani.
..Ma noi non ci saremo
Noi non ci saremo
E il vento d'estate che viene dal mare
Intonerà un canto fra mille rovine
Fra le macerie delle città
Noi Non Ci Saremo, Francesco Guccini (1967)
L’Eroe pensa prima al prossimo che a sé stesso. Per un attimo ognuno di noi è in grado di mettere la vita dell’altro davanti alla sua. Per un attimo.
In una particolare situazione anche una collettività può comportarsi eroicamente. In una particolare situazione.
Poi il tempo infiacchisce l’ardore, le aspettative deluse spingono al ritiro.
In mezzo al campo restano in pochi. Sanno cosa li aspetta, hanno già sperimentato l’inferno. Alla sorpresa della prima volta subentra la consapevolezza coi colori della rassegnazione.
Chi si salva grazie a degli eroi fa di tutto per arrivare in sicurezza al secondo tempo.
Gli eroi possono vincere una battaglia, ma è il popolo che vince la guerra.
Lo diceva bene Bertold Brecht: beato un popolo che non ha bisogno di eroi.
Se arrivasse una nuova pandemia noi medici correremmo in massa all’altare del sacrificio mettendo a rischio le nostre vite? Faremmo tutti (o quasi) il nostro dovere, ma in quanti oltrepasseremmo la linea che separa il dovere dalla dedizione e dal sacrificio?
Tra gli eroi molti hanno deposto il camice, altri hanno abbandonato la postazione per cercare una collocazione meno esposta, altri hanno ancora gli incubi per le scelte che hanno dovuto fare con la vita altrui, alcuni ricordano con dolore, altri rimuovono, molti giurano a sé stessi che non ripercorreranno quelle strade. I giovani, freschi del giuramento d’Ippocrate, scioccati dai racconti, selezionano le loro carriere per non trovarsi nel posto sbagliato.
Dobbiamo porci una domanda ed esigere da noi stessi una risposta.
In questi cinque anni - da quel 20 febbraio 2020 quando la dott.ssa Annalisa Malara, sottopose Mattia al tampone e scoprimmo che il virus era già tra noi – abbiamo fatto il possibile per evitare che una simile tragedia si ripeta? Abbiamo usato competenze e professionalità, tempo e voce, per obbligare le autorità a: finanziare la sanità pubblica, rafforzare la medicina territoriale, migliorare le condizioni degli operatori sanitari, preparare un piano pandemico, acquistare mascherine e DPI?
Se non l’abbiamo fatto, forse c’è ancora un po’ di tempo.
I medici rifiutino di collaborare al protocollo Italia-Albania
“La mancanza di una certificazione individuale per ogni persona trasferita, uno screening medico effettuato da medici militari e poca chiarezza sugli strumenti utilizzati per l’accertamento dell’età: sono le nuove criticità emerse dall’ultimo trasferimento di 49 persone nel centro di Shëngjin, che dimostrano ancora una volta che il Protocollo Italia-Albania rappresenta un rischio per la salute delle persone migranti.” Inizia con queste parole l’appello con il quale diverse realtà sanitarie, che si occupano di soccorso civile nel Mediterraneo centrale e di supporto e diritto alla salute delle persone in movimento, denunciano le caratteristiche del protocollo Italia-Albania e rinnovano la richiesta affinché operatori e professionisti della salute non si rendano complici delle violazioni contenute nell’accordo.
Gli autori dell’appello, inoltre, ritengono “fondamentale che UNHCR, nel suo ruolo di monitoraggio delle procedure, vigili attentamente e scrupolosamente su pratiche discriminatorie e lesive della dignità umana, come la selezione medico-sanitaria”.
All’appello hanno già aderito centinaia di operatori sanitari, compreso il sottoscritto e decine di associazioni. Lo trovate qui.
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Farmaci oncologici, costosi e ad efficacia limitata
“Benché la ricerca oncologica di qualità abbia portato ad alcuni Farmaci Oncologici Innovativi (FOI) a bersaglio molecolare e immunoterapici veramente efficaci in alcuni pazienti affetti da tumori relativamente rari, come l’adenocarcinoma polmonare con mutazioni EGFR/ALK/ROS1 e il melanoma maligno, la maggior parte dei FOI - scrive l’oncologo Vittorio Franciosi - offrono benefici clinici modesti, determinando un allungamento della sopravvivenza, mediamente, inferiore a tre mesi. Eppure, il costo economico dei FOI è altissimo, potendo superare i 100.000 euro per ciclo completo, e appare sproporzionato rispetto al loro valore.”
Un recente studio pubblicato sul il British Medical Journal da ricercatori dell’università olandese di Utrecht, ha documentato pochi benefici aggiuntivi o, per il 41% dei farmaci oncologici valutati, addirittura nessuno. Gli autori dell’articolo si rivolgono ai responsabili politici chiedendo loro di verificare se gli attuali incentivi normativi e di rimborso promuovono veramente lo sviluppo di farmaci più efficaci destinati ai pazienti con maggiori difficoltà.
In Italia, nel 2023 la spesa pubblica per i FOI è stata di 4773,9 milioni di euro, con un aumento del 9,6% rispetto al 2022. Praticamente il 18,4% della spesa farmaceutica totale del nostro Paese.
“L’industria farmaceutica, - scrive il dott. Franciosi nell’articolo già citato - attraverso il suo enorme potere economico, è in grado di influenzare tutta la filiera dei FOI: la ricerca clinica, le pubblicazioni scientifiche, i comitati etici, le agenzie regolatorie, gli ospedali, le università, gli oncologi, le società scientifiche, fino alle associazioni dei pazienti”.
Una delle conseguenze di questa avviluppante pressione a 360° è il diffondersi di una cultura che affida solo a questi farmaci il compito di contrastare i tumori, ignorando, o mettendo comunque in secondo piano, tutto quello che riguarda la prevenzione e gli stili di vita e rovesciando sui medici e sul SSN attese sproporzionate.
Il dibattito sui Farmaci Oncologici Innovativi (FOI) solleva questioni fondamentali scientifiche, economiche ed etiche sulle priorità attorno alle quali dovrebbe svilupparsi, nell’immediato futuro prossimo, la medicina occidentale.
Cosa c’è dietro al farmaco per dimagrire?
Come ricorderete, nel numero 13 della newsletter abbiamo parlato dei finanziamenti di Big Pharma alle associazioni di malati riprendendo “Deadly prices”, un’inchiesta esclusiva realizzata da Investigate Europe. I giornalisti hanno rivelato come nel 2022 i 33 membri dell'Ente farmaceutico europeo (Efpia) avevano versato oltre 110 milioni di euro a gruppi di pazienti e associazioni benefiche in tutta Europa. Novo Nordisk, Pfizer e AstraZeneca sono stati tra i principali finanziatori.
Ora lo stesso gruppo di giornalisti d’inchiesta ha diffuso un’altra notizia, riprendendo un articolo del Guardian in cui viene rivelato come Novo Nordisk, l'azienda produttrice del farmaco per la perdita di peso Wegovy – che ha riscosso un enorme successo – sia stata recentemente rimproverata dall'ente di controllo farmaceutico del Regno Unito per non aver segnalato i pagamenti a gruppi di pazienti e sanitari per oltre sette anni. Il caso mostra i problemi di trasparenza che ancora affliggono il settore e, allo stesso tempo, evidenzia la possibile influenza e la portata che le aziende farmaceutiche possono avere sulla società.
NEL MONDO
Open source per ipoacusici
ANGELO è un dispositivo acustico Open source che promuove l'accesso alle cure uditive per anziani e nei Paesi LMIC (Low & Middle Income Country). Si tratta di un amplificatore equalizzato, che consente di potenziare selettivamente le frequenze uditive rilevanti, migliorando la comprensione del parlato e la percezione delle emozioni legate al suono. Ognuno se lo può costruire per conto proprio, seguendo le istruzioni. Il suo ideatore Luciano Fumagalli è venuto a 37e2 a spiegarci di cosa si tratta. Potete riascoltare il suo intervento qui.
Diritti in Salute è gratuita, e questo non cambierà nel tempo. Vi chiedo però di sostenerla con una donazione se potete, perché frutto di un’attività di studio e di ricerca che svolgo con passione da decenni. Potete farlo attraverso PayPal: cliccate su “DONA”, vi apparirà il logo di Medicina Democratica, cliccate “invia”, inserite la vostra mail, scegliete la cifra da donare e dove c’è scritto “A cosa serve?” non dimenticatevi di inserire “Diritti in salute”. Questo è importante perché ci semplifica molto le procedure amministrative.
Per questo numero abbiamo finito. Ci rivediamo tra due settimane.
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Perché se stesso con l’accento, perché?